Se Fido e' aggressivo verso gli estranei, molto probabilmente ha paura: significa che nel momento cruciale della sua formazione non ha imparato a sperimentare il contatto con persone sconosciute. Sono circa sette milioni i cani presenti nelle famiglie italiane, purtroppo non sempre ben ambientati. Se ne e' parlato ieri a Milano alla presentazione del Trofeo Frontline Combo, una gara internazionale di 'agility e obedience' che si terra' a Monza domenica 14 maggio. E' stata Chiara Palestrini, della facolta' di Medicina Veterinaria dell'Universita' di Milano, a porre l'accento sui problemi di comportamento dei cani e anche sui tanti rapporti difficili fra il cane e la famiglia in cui vive. ''Perche' questi problemi - ha spiegato - rappresentano una tra le maggiori causa di interruzione del rapporto''. Interruzione che spesso e' drammatica: ''Secondo indagini svolte negli Stati Uniti, ogni anno solo negli Usa vengono soppressi dai 15 ai 20 milioni di animali e si stima che la maggior parte di questi venga consegnata agli enti protezionistici a causa del loro comportamento''. Secondo Palestrini, ''Non esistono ricerche accurate che indichino quanti siano gli animali soppressi annualmente negli ambulatori veterinari per disturbi comportamentali, ma si ritiene che tale numero non sia insignificante''. Da dove hanno origine questi disturbi? ''La componente genetica dell'animale puo' non essere estranea all'aggressività specifica dell'animale - ha risposto la professoressa - ma spesso c'e' un motivo riconducibile allo sviluppo del cucciolo nelle prime settimane di vita. Ci sono, ad esempio, allevamenti meravigliosi, immersi nel verde e nel lusso, dove pero' manca ai cuccioli lo stimolo, il contatto con tutte quelle cose che incontreranno nella vita di famiglia: non automobili, non persone, non bambini''. Il periodo di socializzazione per un cucciolo arriva fino alla 14/a settimana di vita. In questo periodo, secondo Clara Palestrini, dovrebbe conoscere tutti gli stimoli. Se non e' cosi', quando si trovera' nell'ambiente della famiglia che lo acquista, potra' avere problemi a relazionarsi perche' avra' paura di un mondo sconosciuto. ''E la paura - ha osservato la professoressa - si manifesta in due modi: o si scappa o si reagisce con aggressivita'''. In ogni caso, col proprio cane bisogna stabilire una comunicazione corretta. E Palestrini ha fatto qualche esempio: se un cucciolo viene portato in un ambiente che non e' il suo e continua ad agitarsi, a saltare su e giu', e' controproducente continuare a dirgli 'basta!', perche' dargli attenzione significa premiarlo. E cosi' il nostro amico continuera' a fare il diavolo a quattro. In ogni caso, mai dargli dei segnali contrastanti, se no lui non sapra' come il padrone vuole che si comporti. Se ad esempio lo si chiama, anche se non viene subito, ma dopo un po', bisogna premiarlo ugualmente con una carezza. Se no, non sapra' mai che quando lo si chiama si vuole che venga. In caso contrario, quando fa una cosa che non vogliamo ripeta, bisognera' ignorarlo. Trattare bene un cane, poi, significa non trattarlo come un essere umano e non aspettarsi da lui reazioni proprie degli uomani: ''Se quando mi avvicino al mio fidanzato - afferma la professoressa - il mio cane ringhia, per favore non diciamo che e' geloso, perche' lui non puo' arrivare ad avere questa malizia. E se distrugge la casa o fa pipi' sul tappeto quando lo lasciamo solo, non diciamo che reagisce cosi' per farci dispetto, perche' un cane non puo' essere dispettoso come un uomo. In realta', la sua e' 'ansia da separazione'. (ANSA).