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Secondo la testimonianza di una volontaria dell'Associazione Vitadacani, infatti, alcuni dei cani soppressi sarebbero risultati negativi al secondo test. La domanda che l'associazione ha girato al Wwf è quindi: quanti cani avevano realmente la malattia?
I cani malati di leishmaniosi sarebbero stati soppressi in quanto giudicati malati terminali, dunque non più curabili, oltre che potenzialmente pericolosi per gli altri cani e per le persone.
Gli animalisti parlano di un vero attacco alla legge 281 che, all'art. 2 comma 6, dichiara: "I cani possono essere soppressi in modo esclusivamente eutanasico soltanto se gravemente malati, incurabili o di comprovata pericolosità". La leishmaniosi, dicono, è una malattia curabile nel senso che può essere tenuta sotto controllo e il cane controllato può vivere ancora a lungo e bene. Lo attestano i cani che convivono con questa malattia e lo attestano i veterinari che la curano. Inoltre, tenuto conto che la legge 189 all'art. 544-bis recita: "Chiunque per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale, è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi", gli avvocati animalisti del posto sono stati invitati a sporgere denuncia contro l'operato dell'amministrazione comunale di Terni e della ASL.
Di cure per la leishmaniosi e dei risvolti legali della malattia si parlerà domani mattina su RAI tre nel corso della trasmissione Cominciamo bene animalieanimali. Interverranno Gladia Macrì medico veterinario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Gianluca Felicetti, referente legale della LAV.(fonte:animalieanimali.it)