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EUROBAROMETRO: GLI EUROPEI A TAVOLA

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La sicurezza alimentare è migliorata negli ultimi dieci anni? L’opinione pubblica europea è divisa: il 38% degli intervistati dichiara che la situazione è migliorata, il 29% che è rimasta invariata e il 28% che è addirittura peggiorata rispetto al passato. I dati emergono dall’indagine condotta da Eurobarometro e pubblicata in questi giorni sulla percezione dei rischi correlati alla sicurezza alimentare. La prospettiva cambia riguardo ai progressi fatti nell’ambito dell’UE nel campo della sicurezza alimentare: quasi 1 cittadino su 2 è dell’opinione che gli interventi delle autorità pubbliche in materia di rischio alimentare siano appropriati. L’indagine è stata condotta nei 25 Stati membri dell’Unione Europea dal 2 settembre al 6 ottobre 2005 su commissione dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e della Direzione Generale Salute e Tutela dei Consumatori (DG SANCO) della Commissione Europea. Tra le conclusioni della relazione figura che le maggiori crisi alimentari del passato (ad es. BSE, diossine, ecc.) non sono menzionate dai consumatori tra i principali motivi di preoccupazione correnti. Per gli europei il cibo e l’alimentazione sono legati anzitutto al gusto e al piacere. Se si chiede ai consumatori cosa passa per la loro mente quando pensano al cibo, solo 1 consumatore su 5 menziona la salute; solo pochi intervistati (meno di 1 su 5) individuano spontaneamente temi legati alla sicurezza alimentare: tra questi, vengono citati più frequentemente le intossicazioni alimentari, seguite da agenti chimici, pesticidi e sostanze tossiche ed infine, l’obesità. In cima alla scala delle “preoccupazioni” (oltre 60% degli intervistati) troviamo timori relativi a: residui di pesticidi, nuovi virus (come l’influenza aviaria), residui nella carne, igiene alimentare (fuori casa) e contaminazione del cibo da parte di batteri. I consumatori sembrano essere meno preoccupati degli eventuali rischi legati al loro comportamento e alle loro abitudini. La maggioranza dei cittadini europei (54%) riconosce che le autorità europee prendono molto sul serio i timori dei cittadini inerenti ai rischi per la salute, anche se sussiste un certo scetticismo per quanto riguarda la priorità della salute dei consumatori rispetto agli interessi commerciali. In sintonia con i risultati di precedenti ricerche, gli intervistati hanno individuato nelle associazioni dei consumatori (32%), nei medici ( 32%) e negli scienziati (30%) le fonti più attendibili in materia di rischio alimentare grave, preferendoli alle autorità pubbliche (22%) e ai mezzi d’informazione (17%). Gli operatori economici (produttori di alimenti, agricoltori e dettaglianti) vengono citati tra le fonti meno affidabili.