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AVIARIA, UE: OK A NUOVE MISURE

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Entreranno in vigore a breve due nuove decisioni riguardo ai casi di contagi da virus H5N1, proposte dalla Commissione Europea e sulle quali ieri ha espresso parere favorevole il Comitato permanente per la Catena alimentare e la salute animale. Una riguarda i casi di contagio di uccelli selvatici, l'altra, più drastica, il pollame destinato al commercio. Le due decisioni, in sostanza, rendono automatiche le misure cautelari per i paesi in cui si riscontrano casi di contagio mentre finora esse erano prese caso per caso, con la creazione anzitutto di aree di protezione e di sicurezza. ''Mentre dobbiamo imparare a vivere con la periodica comparsa di influenza aviaria tra gli uccelli selvatici - ha commentato il commissario europeo alla Salute e alla tutela dei consumatori Markos Kyprianou - la Ue sta facendo ogni sforzo per contenere l'influenza aviaria in uccelli selvatici e cercare di impedire che essa raggiunga il pollame commerciale''. Il commissario ha spiegato che ''queste due misure si fondano sulla direttiva Ue sull'influenza aviaria e rafforzano ulteriormente la gamma di misure precauzionali adottate nei mesi recenti, che includono l'aumento della sorveglianza, il confino di pollame al chiuso in aree a rischio e il bando di importazioni di prodotti a rischio. E' comprensibile che l'opinione pubblica sia preoccupata, ma non deve esser allarmata senza ragioni in quanto si stanno prendendo tutte le misure necessarie e continueranno ad esser prese''. In particolare, la prima decisione riguarda il contagio di uccelli selvatici ritrovati in Stati membri, com'è stato finora il caso dei cigni morti ritrovati in Italia, Grecia, Slovenia, Austria, Ungheria e Germania. Le misure indicate in questa decisione Ue sono sostanzialmente quelle già adottate caso per caso per questi paesi, e cioè anzitutto la creazione di una zona di protezione di 3 chilometri intorno al luogo di ritrovamento di uccelli selvatici infetti. Un'altra zona di sorveglianza di 7 chilometri sarà creata intorno alla prima area, per un totale di 10 chilometri. All'interno di queste aree, tutto il pollame e gli altri uccelli domestici dovranno esser tenuti al chiuso, dovranno esser rinforzate le misure di biosicurezza nelle aziende agricole, sarà ristretta la movimentazione di pollame e altri uccelli domestici all'interno della zona e a partire da essa. Sarà inoltre vietata la caccia e la raccolta di uccelli. Più grave il caso in cui l'influenza aviaria da virus H5N1 si manifesta in allevamenti di pollame commerciale. La direttiva Ue sull'influenza aviaria già dispone la creazione di una zona di protezione di 3 km più altri 7 km di sorveglianza intorno alla zona in cui si è riscontrata la malattia. La direttiva prevede anche l'abbattimento degli uccelli infetti nell'azienda colpita e degli uccelli delle aziende vicine in cui si sospetta l'infezione. La normativa inoltre richiede che in tutte le altre aziende agricole dell'area il pollame sia tenuto al chiuso. La decisione di ieri aggiunge altre misure cautelari volte a definire le aree a rischio intorno alle zone di protezione e sorveglianza, dunque oltre i 10 chilometri dal luogo dell'infezione. In sostanza si tratta di zone cuscinetto per bloccare ulteriormente l'avanzata del virus. Tali zone cuscinetto si frappongono tra le zone di sicurezza e sorveglianza e quelle invece non colpite dello Stato membro o dei Paesi confinanti. Di queste aree cuscinetto non viene indicata una misura precisa come invece per le zone di protezione e sorveglianza. ''Si dovrà valutare caso per caso, impossibile indicare uno standard'' spiega un tecnico della Commissione. Tuttavia è già prescritto nella decisione che in queste zone siano applicate rigide restrizioni al movimento, misure di biosicurezza e controlli in aggiunta alle misure già previste dalla Direttiva Ue per le zone di protezione e sorveglianza. Secondo la Commissione, la creazione di queste aree di rischio ''aiuterà a prevenire ogni ulteriori diffusione del virus e fornirà assicurazioni ai consumatori, al settore avicolo e ai partner commerciali sulla sicurezza dei prodotti forniti''. (Adnkronos Salute)