A un’associazione animalista deve essere riconosciuto il diritto di accedere al documenti della ASL relativi alla tenuta in custodia e trattamento di cani randagi presso un canile. Lo ha stabilito a fine dicembre una sentenza del TAR della Campania, sezione di Napoli. Il caso in esame vede contrapposti l’Associazione UNA e la Azienda Sanitaria Locale Caserta 2. Da un lato, gli animalisti si interessavano agli episodi di maltrattamento e in generale alle condizioni di tenuta dei canili, dall’altro la ASL non forniva tutti gli atti e i documenti richiesti dalla ricorrente UNA, fra cui i rapporti dei medici veterinari dell’U.O.V. per i sopralluoghi effettuati per la verifica delle condizioni igienico sanitarie e di benessere animale. Il TAR della Campania/Napoli ha dato ragione all’Associazione Animalista: “non sussistono ragioni di esclusione dell’accesso ai documenti richiesti dall’Associazione ricorrente, trattandosi di documenti non rientranti in alcuna delle categorie sottratte a tali forme di pubblicità/trasparenza; l’associazione ricorrente è validamente legittimata ed ha un interesse giuridicamente rilevante ad eseguire l’accesso in questione, conformemente ai suoi fini statutari; è nell’interesse pubblico la trasparenza nella gestione di servizi pubblici, quale quello della tenuta dei canili e del trattamento dei cani randagi; sotto questo profilo, l’associazione ricorrente, in linea con i suoi scopi statutari, validamente affianca la pubblica amministrazione nel doveroso controllo sociale sulla efficacia dei servizi erogati dai privati per conto della p.a. nel perseguimento di tali fini”.