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UNA LEGGE PER SALVARE I TARIFFARI

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Una mozione per impegnare il Governo “ad operare, con l'ausilio degli ordini professionali e, se del caso, delle associazioni più rappresentative degli operatori del settore, una ricognizione dei regimi tariffari in vigore sui servizi professionali e a predisporre un'iniziativa di carattere normativo”. L’ha presentata alla Camera l’On Antonino Lo Presti (AN), responsabile per il partito delle professioni intellettuali. Secondo la proposta del parlamentare, il regime tariffario dovrebbe prevedere per le prestazioni che incidono su interessi generali livelli minimi e massimi di onorario, inderogabili a pena di nullità e dovrebbe essere definito attraverso percorsi coerenti che prevedano il coinvolgimento degli ordini, o in loro assenza degli enti esponenziali a livello nazionale dei professionisti sentite le amministrazioni competenti e le associazioni più rappresentative degli operatori dei settori. Inoltre, gli ordini e gli enti esponenziali dei professionisti dovrebbero predisporre, la proposta di tariffa sulla base dei principi e criteri stabiliti dal Ministero della giustizia sentita l'Autorità garante della concorrenza e del mercato e la Conferenza Stato-Regioni al fine di tener conto dei principi sulla concorrenza e delle esigenze connesse alle diverse realtà territoriali. La procedura per l'aggiornamento dei diversi regimi tariffari dovrebbe assicurare la loro revisione almeno ogni biennio e prevedere meccanismi che assicurino l'esito positivo del riordino e dell'aggiornamento anche in caso di inerzia dei soggetti, a vario titolo, coinvolti. Nella mozione, Lo Presti ricorda che il Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha annunciato che è in corso di valutazione, anche in sede comunitaria, l'adozione di una misura per la generale disapplicazione delle tariffe professionali, con particolare riferimento ai livelli minimi. A parere del parlamentare di AN, invece, l'abolizione del minimo tariffario non si traduce automaticamente in un vantaggio per il mercato e la collettività.