Avitalia, l'Associazione dei Produttori Avicunicoli, ha depositato ieri, presso la Procura della Repubblica di Teramo, un esposto-querela contro ignoti per procurato allarme in relazione alla campagna mediatica che secondo l'associazione ''sta mettendo inginocchio il settore avicolo italiano''. Il documento e' firmato dal Presidente di Avitalia, Gaetano De Lauretis, ed e' stato presentato dall'Avvocato Guglielmo Marconi del Foro di Teramo. In particolare si chiede di accertare la sussistenza o meno del reato di procurato allarme ''mediante la diffusione di notizie false e fantasiose, tali da gettare nel panico i cittadini'' e ''la possibilita' di turbamento dell'industria e del commercio con la finalita' di ottenere un rialzo fraudolento dei titoli farmaceutici quotati in borsa''. L'iniziativa era stata preannunciata sabato scorso dallo stesso De Lauretis nel corso della manifestazione nazionale svoltasi al Palafiera di Forli' in difesa del settore avicolo. L'iniziativa giudiziaria scaturisce dalla ''massiccia campagna mediatica - si legge in una nota - che da quasi due mesi viene condotta in Italia sui possibili rischi di una pandemia influenzale umana innescata dal cosiddetto virus dei polli''. ''Una campagna - si legge ancora - che sta mettendo in ginocchio l'economia del settore avicolo in Italia, l'unico paese europeo a registrare tali tensioni di mercato per effetto dell'impatto mediatico determinatosi in relazione al rischio pandemico''.
Molto diversa tuttavia la situazione in Asia. Secondo la Banca Mondiale l'influenza dei polli e' ''una grande ombra'' che incombe sull'economia del pianeta. Lo scoppio della temuta pandemia si tradurrebbe infatti in ''costi globali enormi''. La BM invita soprattutto i Paesi asiatici - dove l'industria aviaria e' gia' in ginocchio, con perdite di animali del 15-20% solo per Vietnam e Thailandia - a mettere a punto una strategia di prevenzione comune. Un appello lanciato proprio mentre i leader di cinque nazioni del Sud-Est asiatico (Cambogia, Laos, Birmania, Thailandia e Vietnam) sono riuniti in summit a Bangkok. Gli economisti della Banca Mondiale temono un secondo 'effetto Sars', amplificato dalle possibili dimensioni pandemiche dell'aviaria. Gli specialisti hanno infatti calcolato come i costi a breve termine dell'epidemia di polmonite atipica del 2003, che ha ucciso circa 800 persone, siano stati pari al 2% del prodotto interno asiatico. Ma le conseguenze stimate di una pandemia sarebbero ben più catastrofiche, conclude la Banca Mondiale. (ANSA)