La Decisione della Commissione Europea, del 21 giugno 2005, sull'attuazione di programmi di indagini sull'influenza aviaria nel pollame e nei volatili selvatici negli Stati membri (n. 464 del 2005) è oggetto di una convocazione indetta per questa mattina dalla Direzione Generale della Sanità Veterinaria e degli Alimenti. L’obiettivo è di predisporre adeguate strategie di intervento che tengano conto dei contenuti di questa Decisione. La Commissione Europea intende infatti stimare la prevalenza delle infezioni causate dai sottotipi H5 e H7 del virus dell'aviare anche negli uccelli selvatici, attuando una sorveglianza attiva ( monitoraggio di uccelli vivi) e passiva ( uccelli trovati morti). Alla riunione di questa mattina ha partecipato l’ANMVI attraverso il dottor Claudio Peccati, referente per l’Associazione per i programmi di qualificazione dei Centri di Recupero degli Animali Selvatici ed Esotici del WWF Italia. Sono state invitate le maggiori organizzazioni venatorie, rappresentanti del Ministero delle Politiche Agricole, il Centro di Referenza Nazionale per l’Influenza Aviaria (IZS delle Venezie), il Ce.R.M.A.S. ( IZS della Valle d’Aosta), l’Istituto Nazionale di Fauna Selvatica e il Corpo Forestale dello Stato.
La Decisione 2005/464/CE prevede che gli Stati Membri sottopongano alla Commissione programmi di indagine sull’influenza aviaria nel pollame e nei volatili selvatici sulla base dei quali l’UE assegna contributi finanziari, recentemente aumentati proprio per garantire un maggiore controllo. Le indagini comunitarie hanno consentito di rilevare la presenza di diversi sottotipi dei virus H5 e H7 dell'influenza aviaria in alcuni Stati membri. Anche se l’attuale prevalenza di virus dell’influenza aviaria può essere considerata abbastanza bassa, la Decisione 2005/464/CE ritiene importante continuare e migliorare la sorveglianza per capire meglio l’epidemiologia dei virus dell’influenza aviaria a bassa patogenicità ed impedire la circolazione latente di virus nella popolazione di pollame. I risultati delle indagini effettuate negli Stati membri si sono rivelati molto utili per individuare la presenza di sottotipi del virus dell’influenza aviaria che possono costituire un rischio considerevole in caso di mutazione in forme più virulente.