Almeno 150.000 precari del pubblico impiego dovrebbero perdere il posto di lavoro se la proposta del ministro all'Economia, Domenico Siniscalco, passerà con la prossima Finanziaria 2006. Il ministro, infatti, ritiene che almeno 600 milioni di euro di quei 1.140 che lo Stato dovrebbe recuperare in termini di risparmio dal pubblico impiego potrebbero essere trovati dimezzando i contratti a tempo determinato. Il ragionamento del ministro si basa sulla considerazione che la maggior parte dei contratti a tempo determinato e le collaborazioni coordinate e continuative che avrebbero dovuto tamponare esigenze straordinarie, e quindi limitate nel tempo, hanno finito di diventare, con il loro continuo rinnovo alla scadenza, strumento per limitare i problemi di gestione amministrativa legati alle politiche di contenimento del numero dei dipendenti. In sostanza tutti gli enti pubblici avrebbero sfruttato questi strumenti per aggirare i limiti imposti per l'assunzione di personale. I contratti a tempo determinato, quindi, non potranno in gran parte essere rinnovati alla loro scadenza sulla base della nuova normativa che renderà estremamente più difficile il ricorso ingiustificato alla flessibilità prevedendo anche pesanti sanzioni per le amministrazioni che in futuro dovessero ricorrere a contratti a tempo determinato per esigenze ordinarie di lavoro. Il ministro della Funzione pubblica, Mario Baccini, è sostanzialmente d'accordo con Siniscalco nell' emanare normative molto rigide che evitino in futuro un nuovo precariato ma nello stesso tempo, rendendosi conto delle esigenze gestionali degli enti e le aspettative dei precari, vorrebbe trovare una soluzione almeno parziale della situazione attuale proponendo la regolarizzazione di coloro che svolgono da almeno otto anni incarichi di posti vuoti in organico con contratti a tempo determinato rinnovati di anno in anno. La previsione è di circa 7.000 assunzioni, per le sole amministrazioni centrali, che dovrebbero essere definite nel giro di quattro anni sulla base di concorsi per titoli e prove. Il blocco del turnover, già previsto per la Finanziaria 2005, sarà comunque riproposto anche per il prossimo anno. ( ItaliaOggi, 17 settembre 2005)