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TOMASSINI: ALLARME EPIDEMIA VIRTUALE

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E' ''allarme per un'epidemia virtuale''. Sul rischio di un'influenza aviaria i senatori di Forza Italia Antonio Tomassini, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Flavio Tredese e Laura Bianconi frenano. ''La campagna mediatica che sta montando in questi giorni - a loro parere - ha fatto maturare nell'opinione pubblica l'idea di essere alla vigilia di un disastro sanitario di entita' pari allo tsunami o all'alluvione di New Orleans''. Tali messaggi, avvertono i senatori, si ripercuotono negativamente sull'economia del settore. ''Molte persone non comprano piu' pollame, a prescindere dalla provenienza'', mentre le carni italiane, come hanno precisato sui quotidiani gli avicoltori, sono sicure. ''I dati sanitari attuali - avvertono i senatori in una nota - parlano di una pandemia tra i polli in zone geografiche molto lontane dall'Italia, nessun caso dimostrato di trasmissione, mangiando carne animale, e nessun contagio interumano''. ''Le uniche persone malate di influenza aviaria - specificano - sono pochi operatori del settore rimasti a stretto contatto con polli infetti in aree a scarso livello igienico''.
Dal Congresso europeo di Malta sull’influenza, gli esperti ammoniscono: le scorte di farmaci antivirali rischiano di rimanere nelle mani dei paesi piu' ricchi e la stessa sorte riguardera' i vaccini che potrebbero arrivare troppo tardi o mai in alcune zone del mondo. ''Ancora non si e' preparati a sufficienza - ha detto Klaus Stohr dell'Organizzazione mondiale della sanita' - e i paesi piu' poveri rischiano di rimanere fuori da ogni possibile difesa''.
''Serve incrementare la produzione di vaccini – ha detto Stohr- e trovare allo stesso tempo tecniche alternative'', con lo scopo di riuscire a portare sul mercato una quantita' molto piu' ampia di quella che sara' possibile avere con i metodi attualmente utilizzati. Si tratta infatti di una corsa contro il tempo per evitare milioni di morti. Attualmente in Europa viene prodotto tra il 65 ed il 70% del vaccino ma il 50% di questo viene esportato. Ancora bassa, sempre secondo Stohr, la produzione di antivirali, necessari per la prima risposta al virus. I primi test sul vaccino contro il virus dell'influenza dei polli H5N1 sono andati bene: si abbreviano i tempi per averlo sul mercato.Questo potrebbe significare la sopravvivenza per milioni di persone se dovesse arrivare una pandemia causata proprio da questo agente. La produzione su larga scala non partira' comunque ora,ma solo se le task force allertate in tutto il mondo registreranno l'avvio della pandemia. Le aziende in corsa per il vaccino sono la Sanofi-Pasteur e la Chiron di Siena. (ANSA)