Con Decreto Ministeriale 1 luglio 2005 il Ministero dell’Istruzione ha fissato il numero dei posti disponibili per le immatricolazioni ai corsi di laurea specialistica in medicina veterinaria per l’anno accademico 2005/2006: 1415 posti ripartiti fra 14 atenei contro i 1.426 di un anno fa, il che equivale a sole 11 immatricolazioni in meno. Dura la reazione del Presidente ANMVI, Carlo Scotti: “ Vorrà dire- ha detto- che invece di 1000 disoccupati ne avremo 989. Ritengo - ha aggiunto - che il Ministro Moratti non abbia affatto rispettato le indicazioni del Ministero della Salute che invitavano ad abbassare il numero, aprendosi finalmente alle nostre pressanti richieste di razionalizzazione del numero programmato”.
Il Decreto del Miur, infatti, fa riferimento ad una nota del 17 marzo 2005 con la quale il MinSal suggeriva di “dare avvio ad una riduzione del numero delle immatricolazioni” , a fronte della quale il Dicastero di Letizia Moratti argomenta di “non trascurare neppure lo spazio europeo dell’istruzione superiore e la mobilità dei professionisti”. “ Le ragioni addotte dal Ministero dell’Università- ha commentato Carlo Scotti- non solo non giustificano in alcun modo la portata irrisoria di questa riduzione nella programmazione universitaria, ma si infrangono miseramente contro i dati europei, siamo già il 50% dei veterinari europei e abbiamo una situazione universitaria che espone il nostro Paese al ridicolo. Come si fa a non ritenere - ha concluso Scotti- che la politica universitaria italiana sia unicamente preoccupata di garantire il sostentamento del sistema accademico e sia invece gravemente incurante del prezzo che paga chi è già sul mercato occupazionale e chi non riuscirà mai ad entrarci?”.