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REGIONI, CARENTI NORME ETICHETTATURA

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All’ordine del giorno della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome il 30 giugno scorso figuravano i controlli di qualità sulle produzioni agroalimentari. L’etichettatura della carne bovina è normata dai Reg. Ce 1760/2000 e 1825/2000 cui si è data applicazione a livello nazionale con il DM. 30 agosto 2000. L’assetto normativo dispone due tipologie di etichettatura “obbligatoria” e “facoltativa”; la prima impone l’esposizione in etichetta del paese di nascita, allevamento e macellazione del bovino, la seconda definisce un percorso garantito attraverso il quale organizzazioni di produttori possono indicare in etichetta informazioni aggiuntive in ordine all’origine (ad. es. allevamento di provenienza), all’alimentazione, alla razza o tipo genetico dell’animale e alle tecniche di allevamento impiegate.Il decreto sopra richiamato dispone che i controlli sulle predette etichettature vengano effettuati dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali quale “autorità competente” con la collaborazione delle Regioni, cui sono state tuttavia attribuite le funzioni sanzionatorie con D.Lgs. n. 58 del 29 gennaio 2004. Sotto il profilo operativo, attualmente, i controlli sono in parte condotti dall’Ispettorato Repressione Frodi, su mandato diretto del Ministero.
L’etichettatura della carne avicola - disciplinata dal Reg. CEE 1538/91 e successive modifiche attualmente applicato attraverso il DM 29 luglio 2004 – ha carattere volontario, costituisce tuttavia un importante strumento per la valorizzazione e qualificazione della produzione italiana. Infatti, attraverso tale adempimento è possibile fornire al consumatore informazioni utili connesse all’origine dell’animale, all’alimentazione, alle tecniche e periodo di allevamento, per una scelta oculata all’atto dell’acquisto. Anche per questo comparto è prevista che l’attività di controllo sia svolta in collaborazione tra Ministero Politiche Agricole e Regioni; trattandosi tuttavia di una normativa nazionale, di recente emanazione, il quadro operativo è ancora “in nuce” mentre è totalmente assente il dispositivo sanzionatorio. Secondo la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome “il quadro normativo è ancora carente rispetto al dettaglio della suddivisione dei ruoli e delle competenze tra Stato e Regioni; a ciò è conseguita una grave deficienza dell’attività di sorveglianza che è giustamente lamentata dalle organizzazioni agricole.E’ necessario quindi addivenire al più presto ad una definitiva organizzazione del sistema dei controlli, anche alla luce del parere reso di recente dal Consiglio di Stato, sia per assicurare il rispetto della disciplina comunitaria e nazionale sia per offrire maggiori garanzie ai consumatori.Per conseguire tale risultato si ritiene di suggerire il rafforzamento ed una migliore organizzazione dell’attività di coordinamento sia per affrontare in modo organico la definizione delle proposte sia per dar seguito alla loro traduzione in provvedimenti operativi”.