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ENCI, PERCHE’ UN SOLO CLUB PER RAZZA?

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Si è concluso in Commissione Agricoltura l’iter dell’interrogazione parlamentare con la quale i deputati Marco Susini e Claudio Franci sottoponevano al Ministero delle Politiche Agricole la questione della “ pluralità associativa dei club a tutela delle razze canine”. L’interrogazione partiva dalla premessa che diversi club posti a tutela di alcune razze canine hanno chiesto da tempo il riconoscimento dell'ENCI e che tale richiesta è finora stata negata in quanto il regolamento dell'ENCI prevede l'esistenza di un solo club riconosciuto per ogni singola razza canina. All’interrogazione ha risposto il 21 gennaio scorso il Sottosegretario Terenzio Delfino chiarendo che “la presenza di più associazioni per la stessa razza comporterebbe la parcellizzazione della base di selezione ed il rischio di eventuali presenze di disomogenei indirizzi zootecnici”.I deputati interroganti, nel richiedere al Ministero di assumere iniziative “affinché sia finalmente consentita anche nel nostro paese la pluralità associativa dei club a tutela delle razze canine favorendo così lo sviluppo di una più diffusa cultura cinofila”, facevano anche notare che contro l’orientamento dell’ENCI pende un'istanza all'Autorità per la tutela della concorrenza e del mercato, che in numerosi paesi europei è da tempo consentita l'esistenza di più club per ogni singola razza canina e che “per alcuni club attualmente riconosciuti si evidenziano situazioni di palese conflitto di interessi poiché la presidenza è affidata a persone che, contemporaneamente, svolgono anche il ruolo di allevatore e di giudice cinofilo”. Il Sottosegretario Delfino, che ha precisato che la vigilanza del Mipaf sull’ ENCI è limitato alla gestione del libro genealogico del cane di razza, ha dichiarato che “ la scelta di riconoscere un solo club o meglio una sola associazione specializzata per razza o gruppo di razze, fissata nell'articolo 21 dello statuto” in sostanza non riguarda in Ministero, “ trattandosi di un'opzione tecnico-organizzativa”. Tuttavia aggiunge: “ l'articolo 21 del detto statuto prevede il riconoscimento di associazioni specializzate di razza che si occupano, ai fini del miglioramento genetico delle popolazioni, dello studio, della valorizzazione, dell'incremento e dell'utilizzo di una singola razza o di un gruppo di razze similari, affidando ad esse incarichi di ricerca e di verifica e concordando con esse particolari modalità di interventi, mirati al conseguimento dei programmi che l'associazione persegue. Queste ultime «sono, inoltre, chiamate a fornire supporti tecnici alla Commissione Tecnica Centrale prevista nel Disciplinare del libro genealogico». Lo stesso certificato prevede, infine, che «non può essere riconosciuta più di una Associazione Specializzata per razza o per gruppo di razze». Le scelte statutarie evidenziate, quindi, sono legate alle finalità perseguite dall'ENCI, ovvero la selezione delle razze canine, attraverso l'individuazione dei riproduttori più idonei a perpetuare ed affinare le caratteristiche morfologiche e caratteriali previste da ciascuno standard di razza. La presenza di più associazioni per la stessa razza comporterebbe, infatti, la parcellizzazione della base di selezione ed il rischio di eventuali presenze di disomogenei indirizzi zootecnici. A conferma di ciò, si ricorda che in ambito zootecnico nel nostro Paese da sempre si è optato per l'esistenza di una sola organizzazione di razza o specie; per la gestione del libro genealogico e le stesse disposizioni comunitarie consentono di non riconoscere una nuova organizzazione di razza laddove questo comprometterebbe il programma di selezione già in essere da parte di altra organizzazione che si occupa della stessa razza. Tale scelta, si conforma a quanto avviene anche in altri Paesi europei, fatta eccezione per la Germania, che ha un libro genealogico ed una associazione per ogni Lander, coordinati tra loro”. Sulla questione-Antitrust, il sottosegretario Delfino annota che la “presunta istanza”citata nell’interrogazione dei deputati Susini e Franci sarebbe in realtà decaduta. L’ENCI ha infatti dichiarato di aver appreso ” in un colloquio telefonico con funzionari di tale Autorità, che il procedimento, per assenza di elementi contrari alla libera concorrenza, sarebbe stato archiviato». Il sottosegretario Teresio DELFINO ha comunque concluso ricordando di aver sollecitato lo svolgimento di una analisi più approfondita, anche per poter disporre di un quadro più preciso sulla situazione nei diversi paesi europei. “Parzialmente soddisfatto”il deputato Susini che replica: “diversamente da quanto affermato dal rappresentante del Governo- ha detto Susini- che anche in altri paesi, e non unicamente in Germania, esistono diversi club per la tutela delle razze canine e fa presente che il procedimento davanti all'Autorità garante per la concorrenza e il mercato, lungi dall'essere stato archiviato, è attualmente in corso di svolgimento. Si augura pertanto che, ove l'Autorità garante per la concorrenza e il mercato prendesse posizione a favore del pluralismo degli operatori nel settore, il Governo adegui tempestivamente la propria linea a tale posizione”.