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IRAP: CONVIENE CHIEDERE IL RIMBORSO

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La Commissione Europea ha depositato il 16 novembre presso la Corte di Giustizia Europea il suo parere sulla compatibilità dell'IRAP rispetto alle normative europee evidenziandone una precisa incompatibilità con l'art.33 della VI direttiva IVA n. 77/388 Cee, che vieta agli stati membri di introdurre qualsiasi imposta, diritto o tassa che abbia carattere di imposta sul volume degli affari. Nello specifico la Commissione ha sottolineato che IRAP ed IVA hanno caratteristiche strutturali comuni in quanto colpiscono una analoga capacità contributiva, determinata, in entrambi i casi dalla differenza tra alcune tipologie di ricavi e alcune tipologie di costi. La Corte di Giustizia dovrebbe esprimere la propria sentenza entro Giugno del 2005 e sembra quasi certo che sarà una sentenza di condanna dello Stato Italiano. Il nostro Governo dovrà quindi sostituire l'attuale gettito che proviene dall'IRAP con altre imposte ma cosa accade per il pregresso? La Corte di Giustizia certamente non potrà chiedere allo Stato Italiano di rimborsare tutti i versamenti riferiti a questa imposta, si parla di 150/200.000 milioni di euro, ma l'Agenzia delle Entrate sarà comunque costretta a chiudere tutte le posizioni di contenzioso o di rimborso ancora in sospeso riferite all'IRAP. D'altra parte la sentenza della Corte di Cassazione che in modo definitivo accoglie la richiesta di rimborso di un professionista, che ha dimostrato l'assenza di una autonoma organizzazione, rende certamente più interessante questa istanza potendosi basare su una giurisprudenza importante. L'ANMVI che ha sempre denunciato la iniquità di questa imposta che penalizza fortemente il mondo professionale aveva sollecitato in Confprofessioni una presa di posizione forte verso Il Governo affinchè l'IRAP rientrasse nella Finanziaria in discussione sulla base dell'impegno della maggioranza a ridurre l'impatto fiscale. La stessa associazione suggerisce ai medici veterinari privati,. sulla base delle due posizioni prima esposte, di presentare oggi nuove istanze di rimborso dell'imposta. La Fondazione Pacioli, sempre puntuale e precisa, ricorda però l'importanza di presentare la richiesta non solo agli uffici dell'Agenzia delle Entrate ma anche agli uffici regionali. Infatti, citando il documento della Fondazione:" a causa dell'incertezza che governa la materia, qualora non sia possibile conoscere con esattezza i contenuti delle convenzioni tra stato e regioni, è consigliabile per ragioni di cautela presentare due istanze distinte, una alla regione ed una all'Agenzia".