Le università possono attivare, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili nel proprio bilancio e con esclusione di qualsiasi onere aggiuntivo a carico del bilancio dello Stato corsi di preparazione agli esami di Stato per l'abilitazione all'esercizio delle professioni ed ai concorsi pubblici”. E’ quanto previsto dall’articolo 3 del Decreto 22 ottobre 2004, n.270 “Modifiche al regolamento recante norme concernenti l'autonomia didattica degli atenei, approvato con decreto del Ministro dell'universita' e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509”. La possibilità di attivare corsi di preparazione all’Esame di Stato, già prevista dal precedente regolamento, viene quindi confermata. Il Ministero dell’università, attraverso le consultazioni avviate dal Sottosegretario Maria Grazia Siliquini, sta studiando un’ipotesi di riforma dell’esame di stato da impostare sulla verifica della preparazione professionale, facendone quel “test del saper fare” auspicato dalla FNOVI. La Federazione ha chiesto al Ministero di dare un ‘impronta pratica all’esame di stato e di unificare le prove a livello nazionale. E sulla necessità di accorciare le distanze fra la formazione accademica e le competenze pratico-professionali richieste dal mercato del lavoro è recentemente intervenuto anche il Ministro Girolamo Sirchia che in questi giorni ha dichiarato: “L'università deve affrontare una nuova sfida, quella di non rimanere una monade chiusa in se stessa ma essere sensibile al territorio in cui vive, agli interessi anche sociali, ai problemi degli studenti, al mondo del lavoro e al mondo dell'impresa".