Su proposta del Ministro delle attività produttive, Antonio Marzano, nella seduta del 28 ottobre, il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare il Codice sulla tutela dei consumatori.
Per la prima volta nel nostro ordinamento il Codice riconosce in forma chiara ed esplicita i diritti e gli interessi individuali e collettivi dei consumatori e degli utenti, promuovendone la tutela in sede nazionale e locale anche in forma collettiva. Si tratta di un provvedimento in attuazione della delega conferita dalla legge di semplificazione per il 2003 e in aderenza a specifici indirizzi comunitari, finalizzato a massimizzare i livelli di tutela del consumatore in sede internazionale e nazionale, con una omogeneizzazione delle procedure relative al diritto di recesso del consumatore nelle diverse tipologie di contratto.
Nel Codice si ribadisce il diritto del consumatore ad essere informato circa sicurezza, composizione e qualità dei prodotti e dei servizi. Per evitare controversie con Bruxelles, la Commissione di studio, istituita presso il Ministero e coordinata dal professor Guido Alpa, ha adottato la definizione europea di “consumatore”: “persona fisica alla quale sono dirette comunicazioni commerciali o che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta”. Un primo possibile contrasto con l’Europa ha già fatto capolino e riguarda l’obbligo di indicare sull’etichetta dei prodotti alimentari l’origine della materia. Questo obbligo, introdotto per legge all’inizio di agosto, contrasterebbe con il diritto comunitario. Bruxelles non ha ancora formalizzato la procedura contro l’Italia, ma un primo avviso della Direzione Generale dell’Agricoltura è già stato spedito all’indirizzo del Governo italiano. Per la Direzione il richiamo all’origine è in contrasto con le norme comunitarie “in quanto può indurre il consumatore a concedere la sua preferenza ai prodotti nazionali”.