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GIU’ LE MANI DALLE PROFESSIONI

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“Che la riforma delle professioni la facciano il Ministero dell’Economia e Confindustria è un abbaglio della politica e degli industriali”. Carlo Scotti, Vice Presidente ANMVI e delegato in Consilp-Confprofessioni- critica duramente l’ipotesi del Ministro Domenico Siniscalco di dare un’accelerazione al processo di liberalizzazione dei mercati abolendo dal 1 gennaio 2005 le tariffe minime per tutte le professioni. Il lavoro del Ministero, già in fase avanzata, potrebbe tradursi in misure nel collegato alla Finanziaria 2005. Il 2 ottobre a Capri il presidente della Confindustria Luca Montezemolo aveva chiesto al Paese “un grande sforzo collettivo per renderlo concorrenziale al suo interno e quindi competitivo all'esterno” Confindustria ha lanciato “una vera campagna per la concorrenza'', proponendo un progetto comune, trasversale a tutte le categorie. ''Stesso discorso – disse Montezomolo in quella occasione- vale per le professioni perche' oggi le norme che tutelano le professioni in fondo vogliono preservare interessi corporativi ma ''vengono presentate come una difesa per proteggere il consumatore”. Tariffe libere dunque? “ Come ANMVI–ha dichiarato Carlo Scotti- non possiamo accettare di essere malamente confusi con la liberalizzazione degli orari dei negozi, dell’attività commerciale e dei taxi. Siamo professionisti intellettuali e non possiamo accettare di essere regolamentati da altri che non siano il Minsitero della Giustizia. Se vogliamo dare un senso alla riforma delle professioni dobbiamo lasciare che la decidano le rappresentanze professionali di milioni di professionisti. E come sanitari riteniamo di non giocare alcun ruolo nel calcolo dei costi a carico delle imprese industriali. Non siamo notai, non siamo avvocati, non siamo commercialisti. Quindi si adoperino i dovuti distinguo. Sarebbe un passo molto grave e grossolano quello di apparentare le tariffe delle prestazioni sanitarie con i costi dei passaggi di proprietà degli autoveicoli. Se così è davvero, lo scenario delineato da Siniscalco e Montezemolo è grottesco”. E sul mercato dell’occupazione professionale, Scotti aggiunge “ Uno studio più ragionato e approfondito il Minisitero dell’Economia dovrebbe piuttosto farlo sulla pressione fiscale a carico delle professioni e sulla capacità di contribuzione di ciascuna. Mentre dal Ministero dell’Università ci attendiamo l’applicazione di una vera politica dell’accesso alle professioni, che non crei illusioni occupazionali. L’equivalenza iscritto all’ordine uguale occupato con reddito è cecità politica”.