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CANI PERICOLOSI: NUOVA ORDINANZA

E' sulla Gazzetta Ufficiale di oggi la nuova ordinanza per la Tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressività di cani. All'adozione del nuovo provvedimento, che sostituisce la contestatissima ordinanza in vigore da un anno, hanno collaborato i medici veterinari dell'ANMVI, che hanno visto accolte molte delle loro argomentazioni. Si riducono sensibilmente le razze oggetto del provvedimento: da un centinaio che erano nell'ordinanza ormai scaduta, il Ministero della Salute elenca ora 18 razze canine " a rischio di maggiore aggressività". L'ordinanza cambia titolo: è sparito l'epiteto di cane "potenzialmente pericoloso", ora il Ministero parla di "razze rischio di maggiore aggressività", così come è sparito il concetto di "naturale aggressività" per i pit bull. In questi emendamenti, l'ANMVI coglie con soddisfazione il recepimento da parte del Ministero della Salute di quanto più volte sottolineato dai medici veterinari alla luce della letteratura scientifica internazionale, ovvero che l'aggressività canina è un fenomeno da leggere ed affrontare guardando soprattutto all'uomo e al rapporto che instaura con il proprio animale, rigettando il principio che vi siano razze aggressive per natura. Anche la conduzione dell'animale nei luoghi pubblici con la nuova ordinanza sarà meno coercitiva per l'animale non più costretto all'uso contestuale di guinzaglio e museruola, qualsiasi sia la sua razza, strumenti di contenimento dell'animale sui quali i medici veterinari hanno sempre invitato i proprietari alla cautela ed a un corretto utilizzo, pena il rischio di favorire nell'animale reazioni di disagio e sofferenza. Laura Torriani, segretario nazionale ANMVI: "Questa ordinanza ricolloca le proprie misure nel Regolamento di Polizia Veterinaria, che a nostro giudizio rappresentava già una valida risposta al problema delle aggressioni". Questa volta l'ANMVI non raccoglierà le firme come fece un anno fa per chiedere al Ministro Sirchia più ascolto sulla gestione dell'aggressività. Da circa un anno, infatti, il Ministero si è aperto ai contributi e all'esperienza della professione medico veterinaria privata, che adesso guarda avanti. "Contiamo di continuare a lavorare con il Ministero della Salute - conclude Laura Torriani- per arrivare ad una disciplina normativa organica ( ed applicabile) in materia di possesso di animali da compagnia". (Comunicato Stampa ANMVI)