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ORDINI FUORI DALLA DEVOLUTION

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Affossato il decreto La Loggia, tanto dalla Corte Costituzionale quanto dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni, il problema della legislazione concorrente in materia di professioni arriva sul tavolo tecnico del Ministro Roberto Calderoli. Impegnati al Ministero delle Riforme fino alla prossima settimana, il Ministro e i “saggi della CdL” hanno trovato un’intesa sugli ordini professionali: non saranno più materia concorrente, bensì esclusiva dello Stato.Ampio l’arco di forze politiche favorevoli. Come noto, la bozza di decreto proposta dal Ministro per gli Affari Regionali Enrico La Loggia aveva tentato di ripartire fra Stato e Regioni la legislazione in materia di professioni. La sua proposta aveva però subito acceso proteste, polemiche e diffidenze, sia da parte del CUP che delle Regioni. Dopo la bocciatura da parte della Corte Costituzionale, le Regioni non hanno nemmeno più ritenuto di produrre un parere finale sul decreto La Loggia, dandolo per definitivamente tramontato. Esce quindi di scena un provvedimento del Governo che si era inserito nel dibattito sulla riforma dell’ordinamento giuridico delle professioni, ma che non era stato accolto con entusiasmi nemmeno all’interno dell’Esecutivo. Lo stesso Sottosegretario alla Giustizia Michele Vietti non aveva nascosto critiche di contenuto e di opportunità.