• Utenti 10
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31993
cerca ... cerca ...

AUGIAS: EUTANASIA DAL VETERINARIO

Immagine
Giorni addietro ho dovuto far sopprimere il mio povero cocker Sansone ormai ridotto in uno stato intollerabile di sofferenza. Il veterinario mi ha spiegato che avrebbe iniettato in vena un’overdose di anestetico: Sansone si addormenterà e dal sopore passerà alla morte. Ho detto: dottore, mi prenoto per lo stesso trattamento. Erano anche presenti un infermiere e una segretaria. La ragazza ha aggiunto senza troppo scherzare: lo vorremmo tutti il medico e l’infermiere hanno annuito. Cito l’episodio perchè conferma in minima misura un orientamento generale, confermato dalle statistiche, favorevole all’eutanasia. Se potessimo prescindere dal tabù religioso crudelmente imposto anche a chi religioso non è, se volessimo discutere l’argomento senza scagliare anatemi, dovremmo dire che il problema è uno solo: garanzie impeccabili con le quali valutare se non c’è più speranza di una dignitosa sopravvivenza. Dignitosa non significa solo “libera dal male” ma consapevole, lucida, umana. Bisogna sapere che cosa significa soffrire senz’altra possibilità di sollievo che non siano dosi sempre più frequenti di morfina. Ho visto situazioni del genere e ho conosciuto medici abbastanza caritatevoli e coraggiosi da sfidare il rischio di porvi rimedio. Agito la questione ma con poche speranze: perfino la terapia antidolorifica incontra ancora resistenze e ostacoli, per non parlare dell’obbrobrio di una legge sulla fecondazione che vieta l’esame genetico dell’embrione. E abbiamo anche la sfrontatezza di dire che vogliamo combattere il fondamentalismo islamico. ( Corrado Augias, La Repubblica, venerdì 3 settembre 2004)