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ONAOSI, LA REPLICA DI PACI

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E’ con una lunga lettera del 26 agosto che il Presidente dell’Opera di Assistenza agli Orfani dei Sanitari Italiani, Aristide Paci risponde alle durissime critiche dell’Ordine dei Medici di Milano e difende le posizioni della Fondazione. ”L'O.N.A.O.S.I. – scrive Paci- ha necessità di avere stabilità e di certezze finanziarie. La progressiva privatizzazione dei rapporti di lavoro nella nostra professione avrebbe fatto venir meno, appunto, queste certezze finanziarie, che erano assicurate dalla Legge n. 306/1901, che riguardava i Sanitari dipendenti da Pubbliche Amministrazioni. Non ora, ma nel tempo, avremmo assistito, sicuramente, ad una progressiva diminuzione della nostra base contributiva. Questo ci siamo limitati a segnalare al Ministro della Salute e agli Enti e ai Rappresentanti delle categorie, rimettendo il quesito se l'O.N.A.O.S.I. dovesse continuare ad esistere. La risposta che è stata trovata dal Legislatore (estensione dell'obbligatorietà O.N.A.O.S.I. in coincidenza dell'iscrizione all'Ordine professionale) ci pare quella più giusta e corretta. Infatti, dà certezza e solidità alla Fondazione, consente finalmente di dare risposta agli orfani di tutti quei Sanitari non precedentemente iscritti obbligatoriamente e che si rivolgevano all’O.N.A.O.S.I. solo nel momento del bisogno, salvo poi scoprire che uno dei loro genitori non era stato così previdente da iscriversi volontariamente. Questo ci costringeva a negare le prestazioni. Si sono risolti, con la modifica apportata con la Legge 289/2002, centinaia e centinaia di casi che prima non potevano essere contemplati. Considerare, quindi, come un nuovo balzello un contributo di solidarietà, che altri settori della professione versano obbligatoriamente da oltre cento anni, denota un totale disinteresse per i “più deboli” della nostra categoria. Non vi è dubbio, infatti, che il professionista affermato o il titolare di una farmacia troverà modo per assicurare un futuro ai propri figli in caso di evento luttuoso; dubito, invece, che senza il soccorso di questa Fondazione un Collega che non goda delle stesse disponibilità possa fare altrettanto. A fine agosto, il Presidente dell’ANMVI Paolo Bossi ha scritto al Presidente Paci chiedendo un incontro urgente: “L’ANMVI respinge ogni azione volta a screditare la benemerita attività dell’ONAOSI e non è disposta a mettere in discussione la nobiltà d’intenti morali che sorregge la Fondazione. Tuttavia - continua Bossi- la situazione di malcontento, condivisa anche da molti contribuenti volontari, è a nostro parere destinata ad aggravarsi in mancanza di un incontro che ci permetta di illustrarLe la posizione della nostra Associazione, le sue proposte e le iniziative che ha già adottato e che intende adottare. Nella sua lettera, il Presidente dell’ANMVI sottolinea che “ i Colleghi lamentano innanzitutto l’imposizione forzosa dell’obbligo contributivo, che prevarica la loro libertà di scelta, la scarsa informazione che ne è stata data e infine, per le fasce più giovani, disoccupate o a scarsa occupazione, anche l’entità della quota che viene a sommarsi ad altri pesanti balzelli che gravano sempre più anche sulla professione veterinaria.