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SANITÀ, “INTOPPO” DEVOLUTION

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Dietro front per la devolution della sanità? L’UDC non ha accettato la proposta di avere più rilievo nell’Esecutivo ( il sottosegretario Baccini, in quota per la Salute, rimane agli Esteri), ma non scioglie il nodo del federalismo. La riforma dello Stato ("Modificazione di articoli della Parte II della Costituzione" (approvato, in prima deliberazione, dal Senato) è entrata ieri nel vivo in Commissione Affari Costituzionali, dove l’UDC ha presentato dieci emendamenti definiti “indispensabili” che smontano la devolution. L’On Giampiero D'ALIA (UDC), intervenendo sul complesso degli emendamenti, ha fatto presente nei giorni scorsi a Montecitorio che il suo gruppo politico è pienamente convinto della necessità di procedere ad una compiuta riforma della parte seconda della Costituzione, fondata “su una revisione, in modo equilibrato, del rapporto istituzionale tra gli enti territoriali in cui si articola la Repubblica”. In particolare, “la previsione di una più ampia potestà legislativa regionale in materia di organizzazione sanitaria, scuola e polizia locale, si giustifica solo se, parallelamente alla stessa, si operano i suggeriti interventi sui commi secondo e terzo del medesimo articolo 117”. L’UDC, spiega D’Alia, “riterrebbe preferibile qualificare i nuovi rapporti istituzionali che si intendono instaurare tra il centro e la periferia non già come sistema federale, ma più propriamente come sistema “ad autonomia più forte”. D’Alia ha anche sottolineato “la necessità di ricondurre nell'alveo della potestà legislativa esclusiva dello Stato, di cui all'articolo 117, comma secondo, della Costituzione, quelle materie di rilevante impatto strategico per la politica nazionale, quali ad esempio, l'ordinamento delle professioni”. Sabato scorso Berlusconi ha minimizzato: “l’UDC si è detta disponibile a ritirare gli emendamenti”, ma ha anche aggiunto: “il nodo è sempre lo stesso: l’articolo 117 della Costituzione. Che per me è già risolto con la formulazione del 118. Ma siamo comunque pronti a discutere. Anche la Lega ha detto di essere d’accordo a confrontarsi. Addirittura ha accettato il principio che il diritto alla salute resti una prerogativa dello Stato. Cosa potevano pretendere di più? Adesso abbiamo due mesi per chiarire la situazione”. Sulla devolution della sanità e dell’ordinamento delle professioni l’ANMVI ha espresso più volte la sua preoccupazione ritenendo che questa strada avrebbe portato a continui conflitti di competenza, a forti disparità normative fra le regioni ed a una deregulation generale. La gestione dell’emergenza Blue Tongue è un esempio di come rischi di essere ingestibile una situazione quando le competenze e le responsabilità sono frammentate sul territorio nazionale.