Il Ministro Sirchia risponde alle accuse della Fnomceo sul decreto del 31 maggio 2004 con il quale vengono definiti i requisiti minimi che devono possedere le società scientifiche per fare educazione continua in medicina.”Con l’impostazione data recentemente al riconoscimento delle professioni sanitarie, in base alla quale ogni professionista deve conseguire un certo numero di crediti per dimostrare in modo trasparente la propria capacità professionale, - scrive Sirchia in risposta alla Fnomceo, le Società Scientifiche italiane avranno la possibilità di divenire provider, ovvero erogatori di crediti al personale che frequenta corsi, convegni, stage, etc. da esse organizzati. E’ questa una grande possibilità per le Società Scientifiche ed una responsabilità per le Istituzioni che concedono loro questo privilegio. D’altra parte è ovvio che le Società Scientifiche, essendo depositarie della cultura specialistica, abbiano tutti i titoli per poter esercitare questo tipo di attività. Né contrasta con questa attività la possibilità che le Società Scientifiche nominino dei referee e dei valutatori per altri eventi, fermo restando che la stessa Società Scientifica non possa operare contemporaneamente e sullo stesso evento da provider e da valutatore. Le Società Scientifiche italiane tuttavia sono estremamente numerose e molte continuano a formarsi, non solo e non tanto per necessità oggettive inerenti alle necessità professionali, quanto per altre ragioni: si assiste così alla duplicazione sistematica delle Società stesse e questo certo non giova ad un armonico funzionamento del sistema.
Il Ministero della Salute ha quindi ritenuto necessario prevedere i requisiti che devono possedere le Società Scientifiche e le Associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie per “poter svolgere le attività di collaborazione con le Istituzioni sanitarie e le attività di aggiornamento professionale” dei propri associati “con l’obiettivo di garantire efficacia, appropriatezza, sicurezza ed efficienza alle prestazioni sanitarie erogate”.
”Il riconoscimento – continua la nota - costituisce presupposto per poter chiedere successivamente l’accreditamento come provider ai fini del programma ECM, in conformità ai criteri e alle procedure che saranno stabiliti dall’apposita intesa fra Ministero e Regioni, in sede di Conferenza Stato-Regioni. Conseguentemente il Ministero deve ora valutare se le Società Scientifiche rispondano a requisiti che garantiscano ai professionisti ed ai cittadini la loro idoneità ad intervenire come provider e come valutatori di eventi. Per fare questo il Ministero della Salute dovrebbe attivare un apposito e corposo Ufficio che non è in grado al momento di realizzare ed ha quindi dovuto procedere ad utilizzare un service esterno, cui affidare l’istruttoria delle domande di riconoscimento delle varie Società Scientifiche prima di procedere al riconoscimento stesso, che resta prerogativa esclusiva del Ministero della Salute. Il service è stato affidato alla Federazione delle Società Medico-Scientifiche Italiane (FISM) per la parte medico-scientifica, in quanto si ritiene che questa sia la più qualificata entità non profit in grado di valutare l’esistenza o meno dei requisiti sopra esposti. Nulla quindi è stato tolto alle prerogative di altre Istituzioni ed Enti, che continuano a mantenerle e ad esercitarle, come previsto dalla legge.”