L’Azienda Sanitaria Locale n. 4 “Chiavarese”, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ed i Veterinari Libero Professionisti operanti sul territorio, promuove un Progetto di indagine epidemiologica sulla BORRELIOSI e la LEISHMANIOSI del cane. Si tratta di patologie di estremo interesse in quanto zoonosi (malattie trasmissibili all’uomo) trasmesse da vettori che trovano nel nostro territorio condizioni climatiche ed oro-geografiche favorevoli allo sviluppo.
Scopo della ricerca, che avrà inizio il prossimo 1 luglio e si concluderà il 31 dicembre, e che prevede la raccolta e la valutazione di circa 800/1000 campioni di sangue, è quello di determinare la diffusione delle due patologie nei cani che vivono stabilmente sul territorio della ASL 4 Chiavarese: ogni campione, contrassegnato da un numero, sarà corredato di una scheda informativa che permetterà di raccogliere i dati rilevanti ai fini della ricerca, inerenti il proprietario, l’animale e l’ambiente in cui vive, nonché i risultati delle analisi. Si legge al sito della ASL4 che “I proprietari di cani sono invitati a portare il loro animale, previo appuntamento, al veterinario di fiducia che effettuerà, a titolo gratuito, il prelievo di sangue finalizzato alla ricerca “. Ricordiamo che la Borreliosi, o malattia di Lyme (dal nome dell'omonima cittadina americana dove fu descritto il primo caso nel 1975) è un'infezione batterica, diffusa nel nostro territorio, che colpisce la pelle, le articolazioni, il sistema nervoso e gli organi interni, trasmessa dalla morsicature di zecche; i disturbi che provoca possono essere da lievi a gravi, in relazione agli apparati coinvolti ed al tempo di insorgenza della patologia. Il segno più caratteristico della malattia è un arrossamento della pelle (solitamente localizzato nella zona del morso) che tende lentamente ad espandersi. Se lasciata progredire l'infezione tende a cronicizzare e, dopo un periodo di anni dall'inoculazione del batterio, può determinare esiti permanenti.
Non esiste una prevenzione farmacologica, esistono degli esami del sangue che permettono di evidenziare l’avvenuto contatto con la malattia. Per i cani esiste una prevenzione vaccinale con richiamo annuale, da effettuarsi sui soggetti a rischio che vivono o frequentano le zone endemiche. La Leishmaniosi, trasmessa esclusivamente dalla puntura di vettori detti flebotomi che hanno assunto, attraverso il pasto con sangue di animale infetto, i parassiti agenti della malattia, può colpire uomo e cane ed è sostenuta da un protozoo del genere leishmania che parassita le cellule del sistema immunitario. Non è possibile il contagio diretto dal cane all’uomo o da uomo a uomo, ma il cane, nel ciclo biologico della leishmania, rappresenta il principale serbatoio.
Nell’uomo può determinare manifestazioni cutanee di difficile diagnosi o forme viscerali caratterizzate da anemia e febbre elevata; nel cane il corredo sintomatologico può variare dalla semplice inappetenza a sintomi via via più gravi con febbre, zoppia, dermatosi, anemia. Non esistendo al momento un vaccino per la profilassi indiretta, ci si deve orientare ad evitare il contatto con i vettori: ricoverare i cani dal tramonto al sorgere del sole all’interno di strutture protette nel periodo maggio/ottobre, applicare alle finestre zanzariere a maglie molto fini, applicare al cane, alle zanzariere e alle tende, repellenti specifici suggeriti dal Veterinario di fiducia, dotare il cane di collare a base di repellenti specifici per i flebotomi, indicativamente nel periodo compreso tra maggio e ottobre. Esiste comunque la possibilità di effettuare esami del sangue preventivi, che permettono di sapere se il soggetto interessato è venuto a contatto con la Leishmania, consentendo così, con maggiori probabilità di successo, di limitare i danni legati alla progressione della malattia. ( Comunicato della ASL 4 Chiavarese)