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TIROCINIO E PRATICANTATO

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Attraverso i propri ordini e consigli nazionali, alcune professioni stanno lanciando delle ipotesi di regolamentazione del tirocinio. I dottori commercialisti e i ragionieri, ad esempio, hanno proposto di equiparare il tirocinio al contratto a progetto e di remunerare gli studenti. Non tutte le professioni sono d’accordo, alcune, come ad esempio gli avvocati e i consulenti del lavoro, sono decisamente contrarie. In veterinaria il tirocinio è parte integrante del corso di laurea e occupa sei mesi della vita universitaria degli studenti-aspiranti veterinari. Per questo motivo il tirocinio ha natura gratuita, non sono previsti compensi, ma consente l’accumulo di crediti formativi in campo universitario per poi accedere all’abilitazione della professione. Ma in ambito veterinario la questione è un’altra: “ stiamo valutando ipotesi di un possibile praticantato - spiega Gabriele Fruganti- consigliere FNOVI al quotidiano economico Italia Oggi -ma dobbiamo delineare quali elementi rilevano per l’attività professionale”. Alla fine di aprile la FNOVI ha consegnato al Ministero dell’Università la propria ipotesi di riforma dell’accesso alla professione. Secondo la Federazione-“affinché il laureato possa acquisire anche tutte quelle nozioni pratiche, deontologiche e normative che lo rendano preparato ad inserirsi nel mondo lavorativo professionale, con competenza e secondo le aspettative dell’utenza” è necessario “un periodo di praticantato prima dell’esame di Stato, da svolgersi all’interno di strutture veterinarie pubbliche e private o al fianco di professionisti in grado di attestare il profitto acquisito”. Una trattazione sul tirocinio e sulla regolamentazione dei rapporti fra studenti tirocinanti e strutture veterinarie ospitanti verrà pubblicata su Professione Veterinaria 21/2004, a cura del Rag. Cottarelli, consulente del lavoro dell’ANMVI.