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RUSSIA, OGM E CARNI SOTTO CONTROLLO

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La Russia ha annunciato a fine maggio l'adozione di limiti piu' stringenti sull'uso degli organismi geneticamente modificati (ogm), che restano consentiti ma saranno ora sottoposti agli stessi tetti previsti nell'Ue. Contemporaneamente, i doganieri russi hanno ricevuto istruzioni da Mosca di negare l’accesso dal 1 giugno alla carne proveniente dall’Europa dei 25 se non accompaganta da un certificato europeo emesso da Bruxelles.
La nuova regolamentazione sugli OGM, in vigore dal 1 giugno, e' stata illustrata dal Servizio federale russo sulla supervisione dei controlli sui diritti dei consumatori. Essa prevede un'incidenza massima degli ogm sui cibi commercializzati in Russia dello 0,9%, contro il 5% attuale. Una modifica - si legge in una nota - ''destinata ad armonizzare la normativa russa in materia con quella europea''. Il nuovo regolamento indica inoltre le istituzioni incaricate di eseguire i controlli sugli ogm, tra le quali figurano l'Istituto di ricerche nutrizionali dell'Accademia delle scienze e il Centro Federale per i controlli epidemiologici.
Quanto allo stop sulle carni, un portavoce del ministero dell'agricoltura, affermando che i negoziati con Bruxelles in materia vanno avanti dal marzo scorso, ha spiegato che non c'e' nessun embargo sulle importazioni di carne provenienti dall'Unione Europea che pero' sono temporaneamente sospese perche' manca il certificato unico per tutti i paesi dell'Unione
Non avendo l'Ue adempiuto alla richiesta di Mosca di fornire il certificato per tutti i prodotti carnei europei, indicano le fonti russe, l'ispettorato veterinario ha smesso dal primo giugno di vistare i certificati provenienti dai singoli paesi Ue. Il presidente dell'Unione dei produttori russi di carne, Mausheg Mamikoyan, ha detto che la sospensione delle importazioni dall'Ue non provochera' aumenti dei prezzi interni in quanto sara' facile rimpiazzarle con aumenti degli acquisti dai paesi della Comunita' degli stati indipendenti (Cis) e con importazioni da Brasile, Argentina, Uruguay, Cina e Australia. Mamikoyan ha spiegato che le importazioni di carne dall'Ue sono appena un terzo dei fabbisogni russi.(ANSA).