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MARABELLI, IL PUNTO SULLE AFLATOSSINE

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La recente emergenza aflatossine, che ha riguardato una consistente percentuale di produzioni di latte in alcune regioni del nord Italia, tra cui la Lombardia, è stata al centro di un’interessante tavola rotonda organizzata dall’ASL di Melegnano. Nell’ambito del convegno è intervenuto il dottor Romano Marabelli, Direttore generale della Sanità Veterinaria del Ministero della Salute: “ I servizi veterinari ancora una volta- ha detto Marabelli- sono stati centrali e determinanti nel controllo e nella soluzione del problema aflatossine che, primariamente, nasce in ambito vegetale e, successivamente, si trasferisce in ambito animale. Quest’aspetto conferma la necessità che, all’interno delle Aziende Sanitarie, nelle Regioni e nello stesso Ministero, la competenza veterinaria e quella agricola siano strettamente sinergiche e collaborative tra loro”. Tuttavia, secondo Marabelli, “occorre lavorare di più e meglio attuando un’efficace separazione tra le verifiche eseguite in autocontrollo e i controlli ufficiali”. Quanto alla presenza di aflatossine o di altri contaminanti nelle produzioni “biologiche”, nelle quali i controlli vengono eseguiti in autocontrollo, il Direttore Marabelli ritiene che “ le Regioni e gli IZS dovrebbero istituire un Piano di controllo e monitoraggio di queste produzioni in tal senso”. Sui diversi limiti di legge delle aflatossine nei Paesi che aderiscono al Codex ( oltre 170 Paesi, la maggior parte dei quali sono in via di sviluppo, con situazioni climatiche estremamente differenti), Marabelli ha commentato: “ A mio avviso i limiti dettati dall’U.E. non sono “di protezione”, ma “di salvaguardia” nei confronti dei consumatori europei, per cui tutto si può pensare fuorché il fatto di dover modificare tali valori massimi nel momento in cui si vivono dei problemi”. Ma è alla ricerca che si deve guardare per il futuro: “Se da un lato- ha concluso Marabelli- questo episodio ha messo in evidenza l’efficienza dei Servizi Sanitari e la debolezza dei sistemi legati all’autocontrollo, gli allevatori, i produttori ed i servizi di controllo, hanno una scarsa disponibilità di strumenti tecnico-scientifici. Su questi aspetti, dunque, dovremmo investire di più. Se l’Italia vorrà essere all’avanguardia nella Ricerca scientifica e stare al passo con gli altri Paesi, dovrà sviluppare e sostenere Il settore delle Biotecnologie attraverso un’adeguata programmazione”. ( dall’articolo: AFLATOSSINA M1: PERICOLO REALE O VIRTUALE?, di Fabrizio Pancini, in pubblicazione su Professione Veterinaria n.14/2004)