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SPECIE A RISCHIO ESTINZIONE, ALLARME UE

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L'ultimo esemplare di capretta dei Pirenei e' morto piu' di tre anni fa e di recente il tentativo di clonare l'animale, grazie al Dna conservato, e' fallito. Ma in Europa rischiano l'estinzione anche il visone, la volpe polare, cosi' come i delfini, le foche, le balene e un gran numero di lucertole.
L'allarme e' stato lanciato oggi dal commissario Ue all'ambiente Margot Wallstrom che, in occasione della conferenza internazionale sulla biodiversita' di Kuala Lumpur in Malesia, ha annunciato l'impegno di Bruxelles per poter giungere ad un accordo a livello mondiale sulla creazione di una rete di zone protette e su orientamenti chiari per la loro gestione, in grado di frenare la riduzione delle diversita' biologiche. I venticinque paesi dell'Unione europea allargata fanno parte dei 188 paesi che hanno gia' firmato la Convenzione sulla diversita' biologica per la conservazione delle specie, che invece non e' stata ratificata dagli Stati Uniti. Il protocollo e' uno dei tre principali accordi multilaterali sull'ambiente adottati dopo il summit sulla terra di Rio del 1992.
Inquinamento, cambiamenti climatici, insieme ad aumento della popolazione e urbanizzazione sono considerate tra le principali minacce alla biodiversita'. Eppure, ha ricordato Wallstroem, dalle diversita' biologiche gli uomini traggono cibo, medicine, materie prime e molti altri elementi di primaria importanza: le foreste purificano l'acqua e l'aria, prevengono le erosioni e le inondazioni, mitigano il clima. Gli esperti stimano che, in valore monetario, gli ecosistemi producano, ha ricordato il commissario, qualcosa come 26 mila miliardi di euro all'anno.
''Quello che abbiamo fatto finora - ha detto il commissario riferendosi anche all'attuazione di alcune direttive europee sull'ambiente - non e' sufficiente. Con l'aumento della percentuale del numero delle specie a rischio, dobbiamo fare di piu': non possiamo fermarci a rispettare l'obiettivo di bloccare le perdite fino al 2010 con le misure attuali. La prima cosa - ha aggiunto - e' che tutti gli stati membri elaborino e mettano a disposizione le liste delle specie protette''.
Solo in Europa sono molte le specie a rischio: il 42% dei mammiferi, il 15% degli uccelli, il 45% delle farfalle, cosi' come dei rettili e il 52% dei pesci di acqua dolce.
Per questo e' necessario, secondo Bruxelles, compiere ulteriori sforzi non solo per valutare gli effetti delle misure prese, ma anche perche' le politiche in campo dell'agricoltura, della pesca, del trasporto o dell'energia non vadano nella direzione opposta a quella della conservazione delle specie animali e vegetali.(ANSA).