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SIRCHIA: NO PASSAGGIO AL MIPAF

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La veterinaria deve sottostare a logiche di salute pubblica, non economiche e commerciali. Guardiamo cosa è successo in Gran Bretagna dove i veterinari dipendono dall’Agricoltura.Ancora scontano le conseguenze della crisi legata alla mucca pazza. Le esperienze di altri Paesi ci dicono che non è una politica conveniente. L’allarme dell’influenza aviaria conferma che medicina dell’uomo e dell’animale, sono in grande misura correlate, non si possono separare.” Così il Ministro della Salute Girolamo Sirchia interviene sulle voci che danno per imminente un passaggio di competenze veterinarie dalla Salute alle Politiche Agricole, in materia di sicurezza alimentare. L’ipotesi si sta rafforzando negli ultimi giorni suscitando le accese proteste della nostra Categoria. Il Ministro Sirchia, nella stessa intervista pubblicata dal Corriere della Sera in edicola oggi ha annunciato di aver convocato per oggi il Comitato emergenze sanitarie per le malattie diffusive in relazione all’influenza aviare. Il ministro Sirchia assicura: “la vigilanza è al massimo grado. Il virus dei polli non deve entrare in Italia, è un virus molto aggressivo, molto più minaccioso per l’uomo di quello della Sars. Non abbiamo mai importato dalla Thailandia animali vivi, la carne, quel poco che acquistavamo, è stata bloccata”. La convocazione del Comitato, e' stata decisa in seguito all'allarme lanciato ieri dall’ Organizzazione mondiale della sanita' (Oms), Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) e Ufficio internazionale per le epizoozie (Oie) sulla diffusione e la possibile mutazione del virus dell'influenza aviaria con conseguenze in tutti i Paesi del mondo. In proposito il Ministro ha aggiunto che “i nostri canali sanitari presso gli aeroporti internazionali di Malpensa e Fiumicino sono già in funzione, sottolineando che sono in stretto collegamento con l’Oms per seguire in tempo reale l’evoluzione dei focolai.” Il ministro ha chiesto al Comitato di valutare la situazione attuale alla luce dei dati forniti dalle organizzazioni internazionali e di prevedere l'evoluzione della malattia e le possibili ripercussioni sulla salute umana, sia a tutela dei cittadini italiani che dei connazionali residenti all'estero. (fonti ANSA/Corriere della Sera)