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DALLA DGSAF

PIF e UVAC: relazione sulle attività svolte nel 2017

PIF e UVAC: relazione sulle attività svolte nel 2017
Animali, prodotti di origine animale e mangimi di origine animale: pubblicato il report annuale delle attività svolte dai Pif e dagli UVAC.


Attività 2017 dei Posti di Ispezione Frontalieri- Nel 2017 i PIF italiani hanno sottoposto a controllo per l’importazione sul territorio nazionale 47.279 partite di animali, prodotti di origine animale  e mangimi di origine animale da oltre 100 Paesi terzi (- 0,3% rispetto all’anno precedente). Le partite di mangimi di origine non animale controllate  sono state 2.896. Il controllo è stato di tipo sistematico, su ogni partita, al fine di verificare la correttezza della documentazione e l’identità del prodotto. L’ispezione sanitaria sulle merci di interesse veterinario è stata condotta invece con una frequenza di controllo diversa a seconda della tipologia e del Paese di provenienza sulla base delle indicazioni stabilite dalla legislazione dell’UE.

Quando ritenuto opportuno dai veterinari ispettori, oppure in osservanza di specifiche istruzioni ministeriali o dell’UE, il controllo fisico/materiale è stato integrato da un controllo di laboratorio. La media percentuale del controllo di laboratorio rispetto al totale delle partite sottoposte a controllo fisico/materiale è stata, nel 2017, del 8,6%, percentuale di poco superiore a quella riscontrata nel 2016.

I respingimenti, in numero di 179 partite di merci sono risultati pari allo 0,4% circa delle partite presentate all’importazione con una percentuale analoga a quella riscontrata nel 2016 (0,4%). In relazione alla tipologia di controllo (documentale, di identità, fisico, di laboratorio), sono risultati prevalere i respingimenti causati da carenze documentali con percentuali analoghe a quelle riscontrate nel 2016: il 31,8% è stato effettuato a seguito di controllo documentale, il 2,3% a seguito di controllo fisico, il 12,3% a seguito di controllo d’identità, l’20,1% a seguito di controllo di laboratorio ed il restante 33,5% per altri motivi.


Cosa fanno i PIF- I Posti d’Ispezione Frontaliera (PIF) controllano le merci di interesse veterinario destinate all’intero mercato comunitario.Un’altra importante attività svolta dai PIF italiani, riguarda la collaborazione con le dogane per il contrasto delle importazioni clandestine e per lo sviluppo dello Sportello Unico Doganale il cui obiettivo principale è di semplificare le operazioni di importazione ed esportazione delle merci e concentrare in un unico “snodo informatico” le attività istruttorie. Attualmente i PIF dell’Unione autorizzati dalla Commissione europea sono 245, di cui 24 italiani.

Attività 2017 degli Uffici Veterinari Adempimenti Comunitari- Nel 2017 gli U.V.A.C. hanno svolto una preziosa opera di coordinamento dell’attività di vigilanza e controllo veterinario sulle partite di animali e prodotti di origine animale provenienti dagli altri Stati membri dell’Unione europea. Il numero di operatori registrati (34.061) è aumentato del 4,9% rispetto al 2016. E’ importante sottolineare che dal 1996 il numero di operatori registrati/convenzionati (9.981) è aumentato del 241% a testimonianza di un continuo incremento del volume dei traffici intraUE e di una progressiva maggiore responsabilizzazione da parte degli importatori ottenuta anche grazie all’incisiva azione di controllo di U.V.A.C. e AA.SS.LL. All’aumento del numero di operatori registrati/convenzionati ha in buona parte contribuito anche l’allargamento progressivo dell’UE che è passata dai 12 Paesi del 1993 ai 28 Paesi attuali.

Sono state sottoposte a controllo documentale e fisico 10.355 partite (0,48% del totale) e 4.909 di esse sono state sottoposte a controlli di laboratorio. Il controllo veterinario ha portato al respingimento/distruzione di 77 partite di merci potenzialmente pericolose per la salute del consumatore o per la salute degli animali. Più in particolare si è trattato di 35 partite di pesci e 8 di altri prodotti e sottoprodotti di origine animale non destinati all’alimentazione animale. Ove possibile e laddove le irregolarità erano meno gravi (es. certificati o documenti commerciali incompleti, identificazione degli animali non corretta), si è invece provveduto alla regolarizzazione della situazione (31 partite).

L’attività degli Uffici, in particolare nel campo della sanità animale, è stata quella di monitorare le introduzioni di animali vivi da quei Paesi membri nei quali si sono registrati nuovi focolai di malattie infettive.

Il ruolo degli UVAC- La relazione mette in evidenza che gli UVAC (Uffici veterinari Adempimenti Comunitari), negli ultimi anni "hanno svolto un ruolo fondamentale soprattutto nelle emergenze sanitarie, da ultimo a seguito dei riscontri di riscontri di fipronil, un antiparassitario, nella filiera avicola realizzando un’importante attività di controllo e rintraccio delle partite sospette di contaminazione supportando uniformemente, su tutto il territorio nazionale, l’attività dei Servizi Veterinari delle Regioni, delle ASL e dei Carabinieri per la Sanità". Grazie al sistema informativo nazionale SINTESI sono in grado di tracciare tutte le partite di animali e prodotti di origine animale  provenienti dagli altri Paesi dell’UE.

Le fonti- I dati, le tabelle ed i grafici riportati nella relazione ministeriale sono derivati per quanto riguarda l’attività degli uffici P.I.F. dalle informazioni presenti nel sistema TRACES; per quanto concerne invece l’attività degli uffici U.V.A.C., la fonte dati di riferimento è il modulo Scambi del sistema SINTESIS.

Posti di ispezione frontaliera e uffici veterinari per gli adempimenti comunitari - attività 2017