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RELAZIONE 2016

PNI: i risultati sul latte, sorvegliato speciale nel 2016

PNI: i risultati sul latte, sorvegliato speciale nel 2016
Focus lungo tutta la filiera del latte e dei suoi derivati, dalla stalla al consumo. Dati analitici raccolti dal Ministero della Salute.
Struttura della Relazione 2016- La Relazione per il 2016 relativa al PNI 2015-2018 illustra le attività di tutte le Amministrazioni che partecipano al Piano Nazionale Integrato.  E' suddivisa in 5 capitoli: attività svolte, risultati, provvedimenti, azioni correttive, interventi per il miglioramento dei controlli, le verifiche e gli obiettivi.
Le attività svolte si riferiscono alle seguenti aree di interesse:alimenti, benessere animale, importazioni e scambi, mangimi, sanità animale, sanità delle piante e sottoprodotti.

Focus su latte e derivati- Tutte le filiere produttive sono oggetto del PNI, tuttavia, annualmente vengono individuati alcuni settori sottoposti al raggiungimento di obiettivi strategici. Nel 2016- anno di rendicontazione della relazione- fra i settori oggetto di particolare osservazione c'è stata la filiera latte e derivati (Latte e derivati - Quadro d'insieme della filiera produttiva)
La relazione fornisce un panorama delle attività di controllo ufficiale svolte nel 2016 sulla filiera del latte e derivati, sulla base delle informazioni disponibili nella Relazione annuale 2016 del Piano Nazionale Integrato. Per ogni attività viene indicata la fonte dalla quale sono state estratte le informazioni.

Censimento da latte- Per le principali specie animali allevate per la produzione di latte (bovini, bufali, ovini e caprini), i dati del patrimonio zootecnico per il 2016 comprendono il numero di allevamenti aperti al 31 dicembre 2016 ed il numero di essi che in Banca Dati Nazionale sono registrati con orientamento produttivo "da latte". In realtà, però, in tal modo il reale numero di allevamenti destinati alla produzione di latte viene sottostimato in quanto in BDN un numero consistente di allevamenti è registrato con orientamento produttivo “misto” (ovvero latte/carne).

Latte crudo- Dal censimento nazionale effettuato per l’anno 2016 risultano registrate ai sensi del Reg. n. 852/2004 presso le Aziende Sanitarie Locali (ASL) di tutto il territorio nazionale un totale di 1360 strutture dedicate alla vendita di latte crudo. In particolare gli allevamenti censiti, nello stesso anno, per la vendita diretta di latte crudo sono 533 mentre i distributori automatici di latte crudo sono 727.
Il maggior numero di allevamenti registrati per la vendita diretta di latte crudo è riscontrabile in Lombardia (158), seguita dal Piemonte (132), dal Veneto (69) e dall’Emilia Romagna (62). Analoga la localizzazione per i distributori automatici (284 in Lombardia, 103 nel Veneto, 100 in Emilia Romagna e 89 in Piemonte).

E.coli Verocitotossico- Una tabella illustra l’anagrafica delle strutture dedicate alla vendita di latte crudo e le attività di controllo ufficiale poste in essere dalle Autorità competenti nel 2016. Nel 2016 sono stati svolti 858 accessi/sopralluoghi in allevamento e 1.323 presso i distributori. Nel territorio nazionale su un totale di 6975 analisi ufficiali eseguite per verificare la conformità ai criteri microbiologici e ai contaminanti (aflatossina), sono risultate un totale di 50 non conformità. A livello nazionale, il numero delle analisi non conformi sul totale dei analisi eseguite è pari allo 0,7%. La percentuale di non conformità più alta ( 1,6%) è relativa all’E.coli Verocitotossico seguita da Campylobacter (0.8 %).Anche sul totale delle non conformità, il valore più alto è rappresentato da E.coli Verocitotossico (40 %), seguiti da Campylobacter ( 20%).Sulla base dei dati pervenuti, le Autorità di controllo hanno provveduto alla sospensione dell’attività di vendita di latte crudo per 70 distributori automatici e alla chiusura definitiva di 4 attività.

Farmacosorveglianza- Le attività di sorveglianza sul medicinale veterinario sono svolte dai Servizi Veterinari regionali e locali e dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute (NAS) sulla distribuzione e sull’impiego dei medicinali veterinari. Tali attività rivestono un ruolo fondamentale per assicurare lo stato di salute e benessere degli animali, tutelare la sanità pubblica assicurando l’assenza di residui di sostanze farmacologicamente attive negli alimenti di origine animale oltre i limiti massimi consentiti dalle normative nazionali e/o comunitarie, prevenire i rischi per l’ambiente dovuti al loro uso improprio nel settore zootecnico. Nel corso del 2016, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute ha svolto complessivamente n. 2.815 controlli lungo la filiera del latte riscontrando n. 830 non conformità presso allevamenti o in fase di distribuzione.
Nella rendicontazione dell'attività svolta dalle Regioni e Province autonome in attuazione dei Piani di farmacosorveglianza non è possibile risalire ai dati specifici relativi alla filiera latte.

Residui nel latte-  Il latte è uno dei prodotti di origine animale monitorati nel PNR per la ricerca di farmaci veterinari, sostanze proibite, sostanze non autorizzate e contaminanti ambientali. Nell’ambito del PNR viene prelevato esclusivamente latte crudo in allevamento, a livello di cisterna. Nella relazione vengono riportati i dati relativi al 2016 per le distinte attività di ricerca sul latte  e le azioni intraprese a  seguito dei riscontri di non conformità  a livello locale.

Brucellosi bovini- Le regioni non ufficialmente indenni, nelle quali devono essere attuati i programmi di eradicazione, sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Puglia e Sicilia.
Nel 2016 è stato controllato il 99,37% delle aziende soggette al programma di eradicazione della brucellosi bovina (vedi tabella seguente). La Regione con più alta prevalenza ed incidenza risulta essere la Sicilia (2,91%).Il patrimonio bovino nazionale soggetto al programma nell’anno 2016 risulta diminuito per quanto riguarda il numero di aziende, ma aumentato rispetto al numero di animali; rispetto al 2015 la percentuale dei controlli sulle aziende risulta diminuita contribuendo al mancato raggiungimento dell’obiettivo previsto dalla Ordinanza Ministeriale che prevede il 100% dei controlli.
Tuttavia si registra una diminuzione della percentuale d’infezione a livello nazionale dovuta al calo della prevalenza registrata nelle regioni Abruzzo, Molise, Calabria e Campania a cui si aggiunge quella registrata in Sicilia, regione ad prevalenza molto alta che è passata dal 3,26% del 2015, al 2,91% del 2016.

Brucellosi ovi-caprini- Per gli ovi-caprini, le regioni non ufficialmente indenni sono l'Abruzzo, la Basilicata, la Calabria, la Campania, la Puglia e la Sicilia. Nel 2016 è stato controllato il 97,13% delle aziende soggette al programma di eradicazione della brucellosi ovi-caprina (vedi tabella seguente). La Regione con più alta prevalenza ed incidenza risulta essere la Sicilia (3,65%).
Il patrimonio ovi-caprino nazionale soggetto al programma nell’anno 2016 risulta diminuito sia per quanto riguarda il numero di aziende che per quanto riguarda il numero di animali. L’analisi dei dati delle attività di eradicazione effettuata nell’anno 2016 dalle Regioni non Ufficialmente Indenni mostra una lieve diminuzione della percentuale dei controlli effettuati sulle aziende rispetto al 2015, da imputare alla bassa percentuale di controlli effettuata in regione Campania (87,94%). Inoltre solo nella regione Puglia si registra un aumento della prevalenza della malattia che risulta essere in calo nelle restanti Regioni ad esclusione della Sicilia dove la situazione risulta stazionaria (3,68% nel 2015, 3,65% nel 2016).

Tubercolosi- La Tubercolosi bovina è una zoonosi soggetta a un piano di controllo nazionale che dagli anni ‘60 persegue il risanamento obbligatorio degli allevamenti bovini e bufalini italiani per conseguire l'eradicazione della malattia. Il Ministero della Salute, ogni anno mette a punto il piano di sorveglianza, con la collaborazione del Centro di Referenza Nazionale per la tubercolosi, per coordinare l’attività delle Regioni allo scopo di un’efficace applicazione delle misure sanitarie previste, anche attraverso l’emanazione di atti di gestione e indirizzo sul territorio.
Le regioni non ufficialmente indenni per tubercolosi sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e Valle d'Aosta (vedi tabella seguente).
La Regione con più alta prevalenza ed incidenza è risultata essere la Sicilia (2,74 %) pur considerando che il dato è in miglioramento rispetto al 2015.

Produzione post-primaria, trasformazione, trattamento e distribuzione- Il numero di audit condotte sugli OSA per gli stabilimenti di latte e prodotti a base di latte è il più alto rispetto a tutti gli altri tipi di stabilimenti. Sono state riscontrate 4.725 non conformità, relative soprattutto alle condizioni strutturali ed alle attrezzature (1.434), alla gestione dei prerequisiti - lotta agli infestanti, formazione personale, potabilità acqua utilizzata, ecc. - (878) e al piano HACCP (813). Nell’anno 2016 si è registrato un aumento degli audit del 18% per la tipologia di stabilimento che lavora Latte e prodotti a base di latte.
pdfLATTE_E_DERIVATI_-_RELAZIONE_CONTROLLI_UFFICIALI_2016.pdf1022.02 KB

Altri focus su settori specifici nel 2016