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DAL 1 LUGLIO

Carica batterica nel latte, decade la deroga per le cellule somatiche

Carica batterica nel latte, decade la deroga per le cellule somatiche
Giù la carica batterica. Addio deroghe. La soglia da non superare, dal 1 luglio, deve rispettare il pacchetto igiene. In ottemperanza al Regolamento 853/2004, la carica batterica nel latte non avrà più deroghe e sarà di 400mila unità nelle cellule somatiche (al valore delle 100mila nella carica batterica l'Italia era già allineata). Per le cellule somatiche il calo è stato progressivo, da 700mila di tre anni fa fino ale  400mila, soglia che dal prossimo mese corrisponde definitivamente alla scomparsa della deroga. Un percorso progressivo, adottato dalla Conferenza Stato-Regioni sulla base di indicazioni dell'Istituto Zooprofilattico della Lombardia e Emilia Romagna.

A spiegare l'impatto della norma ad Agrisole è Giuseppe Bolzoni, direttore del Centro di referenza nazionale per la qualità del latte bovino dell'Izsler, che parla di "premessa sul cambio di regime che fa aprte di un percorso iniziato tre anni fa e finalizzato al superamento del sistema delle deroghe di cui il latte italiano ha goduto". Il percorso progressivo di diminuzione della carica batterica fino a 100mila unità, aggiunge " si è concluso rapidamente, perchè il parametro identifica il livello di igiene presente nelle stalle e in Lombardia lo standard era già molto elevato".

Quale sarà il latte fuori dai parametri europei? "Alcune stime calcolano che in Lombardia saranno coinvolti meno del 10%"- risponde Bolzoni- per lo più di piccole dimensioni e in aree svantaggiate". Ma non ci sono riscontri ufficiali, "si parla del 4-5% del volume totale", pari a circa 2 milioni di quintali, latte che comunque "non potrà esser commercializzato per uso umano, ma potrà ad esempio rimanere nel circuito zootecnico. Ma non ci sarà del latte che da un giorno all'altro non si potrà più vendere, perchè una volta accertato il superamento dei parametri di legge, ci sono tre mesi di tempo per rientrare".

Quanto ai controlli, Bolzoni spiega che i produttori e gli acquirenti agiscono in regime di autocontrollo, ma in caso di valori extra soglia "interviene un controllo di livello superiore, effettuato dai Servizi veterinari delle Asl che monitorano anche l'andamento nei tre mesi successivi".

Bolzoni conclude che le associazioni degli allevatori possono dare "un supporto tecnico-sanitario per predisporre gli interventi migliorativi in azienda, in collaborazione con le Asl e i veterinari aziendali.