«La ricerca sta avanzando, ma non riusciamo ancora a capire come circola esattamente il virus e di conseguenza non è ancora possibile trovare un vaccino»
Intervistato da
Lorenzo Rotella per il quotidiano La Stampa,
Bartolomeo Griglio, responsabile regionale del dipartimento di Prevenzione, sanità pubblica, veterinaria e sicurezza alimentare, fa il punto della situazione in Piemonte è dà una buona e una cattiva notizia. La buona notizia- a fronte di un vaccino che non c'è- sta nelle nuove misure che da oggi partiranno in quei territori. «Una task force composta da una dozzina fra veterinari ed esperti dell’università e dell’Istituto zooprofilattico sperimentale svolgerà nel Novarese e nel Vercellese valutazioni epidemiologiche approfondite dopo le indagini di primo livello condotte dall’Asl». L’obiettivo è raccogliere dati per capire come si comporta la malattia: «Puntiamo a fare quaranta verifiche di questo tipo da qui alla fine dell’anno».
Le forme del contagio- I cinghiali non sono gli unici responsabili dei contagi: «Non si escludono altre ipotesi, sebbene non dimostrabili- aggiunge Griglio- Si ritiene che possano avere un ruolo anche uccelli o altri piccoli mammiferi in grado di veicolare il virus». La ricerca deve compiere ulteriori passi avanti, a cominciare da una piena comprensione dei comportamenti del virus della Psa, anche per un possibile vaccino. Ma il fattore-uccelli non sembrerebbe riguardare gli allevamenti colpiti, spiega Griglio: «L’infezione qui è avvenuta per movimentazioni umane».
Lo smaltimento delle carcasse- Il problema principale, per questi stabilimenti, è lo smaltimento delle carcasse, che alla Regione costano centinaia di migliaia di euro al giorno, in aggiunta ai cospicui risarcimenti previsti per gli allevatori. «Le bruciamo in un inceneritore del Cuneese - specifica l’esperto - avviene tutto in massima sicurezza, già in passato abbiamo utilizzato quella struttura». La paura, però, c’è. Il rischio di eventuali contagi, dice il presidente della Provincia di Cuneo
Luca Robaldo, «è sempre alto e non dobbiamo abbassare la guardia. Anche se temo che ci sia chi non rispetta le regole, non comprendendo che siamo in piena emergenza sanitaria».
Scomparso il distretto suinicolo novarese- Sono più di 22 mila i maiali abbattuti, più del 40% del distretto suinicolo novarese scomparso, e danni per centinaia di migliaia di euro. I numeri sono di Coldiretti. Otto gli stabilimenti coinvolti nel Novarese (Trecate, Vinzaglio, Castellazzo Novarese, Casalvolone, San Pietro Mosezzo e Olengo) e nel Vercellese (Lignana).
Ordinanza commissariale in vigore- A fine agosto il commissario straordinario nazionale per l’emergenza della peste suina
Giovanni Filippini ha imposto stringenti misure di sicurezza che saranno rivalutate il 30 settembre, alla scadenza della vigente ordinanza commissariale.
Nella foto lastampa.it il cartello di un produttore locale