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RIUNIONE DELLA TASK FORCE

PSA: cala in Sardegna, aumenta nei Paesi dell'Europa orientale

PSA: cala in Sardegna, aumenta nei Paesi dell'Europa orientale
Il direttore generale dell’Izs Sardegna, Alberto Laddomada, ha descritto lo stato di diffusione del virus della Psa nei paesi dell’Unione europea.

«Mentre in Sardegna il numero dei focolai cala di anno in anno- ha dichiarato in occasione dell'ultimo vertice in Regione sulla malattia-  nei paesi orientali dell’UE si registrano nuovi casi di diffusione della Peste suina africana". Attualmente la presenza del virus è molto sentita in Polonia e in Romania, mentre in Belgio sono stati ritrovati, nei giorni scorsi, alcuni cinghiali infetti.

"Si tratta di un quadro - ha aggiunto- che se da un lato sottolinea la qualità del lavoro fatto in questi anni in Sardegna, dall’altro porta a un aumento della tensione attorno alla malattia, tensione che sfavorisce un allentamento delle misure restrittive attualmente adottate nei confronti della Sardegna. È perciò quanto mai necessario un ulteriore sforzo per raggiungere l’obiettivo dell’eradicazione del virus dalla nostra isola».

Il punto della situazione è stato fatto il 19 settembre scorso. Nella sede dell’ATS Sardegna si sono riuniti i responsabili dei servizi veterinari impegnati nel piano per l’eradicazione della Peste suina africana, coordinato dall’Unità di Progetto regionale. Durante l’incontro sono stati analizzati due aspetti: l’attuazione delle azioni di controllo previste dal programma regionale e lo stato di diffusione del virus nei paesi dell’Unione europea.

«Nel biennio 2017/2018 i veterinari dell’ATS Sardegna hanno controllato oltre 15.000 aziende suinicole e hanno effettuato centinaia di controlli sulla filiera agro-alimentare, sulle macellazioni, sulla trasformazione e sulla commercializzazione dei prodotti – ha dichiarato Il coordinatore unico dell’ATS Sardegna sulla Peste suina africana, Francesco Sgarangella.

"L’obiettivo di questa imponente azione sanitaria è quello di mettere in sicurezza gli allevamenti dal virus della Peste suina africana che purtroppo continua a circolare nei cinghiali e negli animali bradi, anche se in misura molto ridotta rispetto al passato. Bisogna assolutamente incentivare la bio-sicurezza per ridurre i fattori di rischio che determinano la persistenza del virus nell’isola. Un risultato che si può ottenere soltanto grazie alla collaborazione degli allevatori, dei cacciatori e degli operatori del settore alimentare che tanto si sono spesi in questi anni e che dobbiamo ringraziare per la loro disponibilità».

Il coordinatore unico si dice comunque soddisfatto delle azioni poste in essere dal personale dei servizi veterinari: «Siamo orgogliosi del lavoro svolto sul territorio e dei risultati ottenuti, anche alla luce delle continue attestazioni di apprezzamento che arrivano dal panorama veterinario internazionale – conclude Sgarangella. Persistono però alcune criticità che dobbiamo debellare per poter vincere la nostra sfida volta esclusivamente al rilancio della filiera suinicola sarda».