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LE PROPOSTE

Puglia, modifiche alla legge regionale sul randagismo

Puglia, modifiche alla legge regionale sul randagismo
Sono all' esame della Commissione Sanità del Consiglio regionale quattro proposte per modificare la legge regionale sugli animali da affezione.

L'iter prevede un ciclo di audizioni. Sono già state ascoltate dalla Commissione competente (III Sanità)  i rappresentanti regionali dell’ANCI Puglia, i Direttori dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL pugliesi e dei responsabili dei Servizi di Sanità animale, il Dirigente Sezione Promozione della Salute e del Benessere e il Dirigente Servizio Sanità veterinaria della Regione Puglia.

Quattro in tutto i testi presentati per la modifica della legge regionale n. 12 del 3 aprile 1995, di cui tre in Consiglio e uno in Giunta.
Fra i proponenti, i consiglieri Paolo Pellegrino e Sabino Zinni (link), il Presidente della Commissione Sanità Giuseppe Romano, il Consigliere Marco Galante (link) del Movimento Cinque Stelle, che giudica "inaccettabili le  proposte della maggioranza" e propone di istituire una Commissione d'inchiesta sull'applicazione della legge regionale.
Infine, il quarto testo è un disegno di legge (link) della Giunta regionale.

Il consigliere regionale Mino Borracino, Presidente della II Commissione consiliare (Affari Generali e Personale), dichiara di nutrire "forti perplessità" sulle modifiche alla legge regionale  proposte dalla Giunta e dai Consiglieri Giuseppe Romano (link) e Paolo Pellegrino  "poiché aprono indiscriminatamente alla gestione del privato".
Borracino chiede di nominare una sottocommissione "che faccia un lavoro ricognitivo e di sintesi dei vari testi legislativi".  La nostra azione in Commissione Sanità e poi in Consiglio regionale- ha detto- "sarà orientata verso il riconoscimento pieno della funzione delle associazioni di volontariato, mettendo tutti i paletti che la norma ci consentirà contro lo strapotere dei privati che vorranno fare business". La prossima settimana - ha aggiunto- sarà la volta delle associazioni animaliste "che al momento sembrano completamente bypassate nelle nuove proposte di legge regionale che parlano genericamente di Associazioni protezionistiche o animaliste ma non di Enti ed Associazioni per la protezione degli Animali iscritte all'albo regionale".

Secondo il consigliere Pellegrino “La legge regionale 12 spesso non ha chiarito, né definito la perimetrazione delle competenze attribuite ai due enti, Comune e Asl, destinatari dell’obiettivo di assicurare il benessere dell’animale e la lotta al randagismo, creando di fatto (si pensi agli incidenti stradali causati dai randagi) un enorme contenzioso e dunque un aggravio di spese a carico delle Asl e dei Comuni e la lievitazione dei premi assicurativi nel caso in cui il rischio sia coperto da polizza assicurativa. Bene, adesso questa modifica delinea con maggiore precisione le rispettive competenze di Asl e Comuni escludendo una di responsabilità in solido”.

“Il secondo aspetto importante – aggiunge - è il tema della sterilizzazione, spesso non praticata. Ora definiamo in maniera chiara queste pratiche stabilendo veri e propri piani annuali con l’impegno da parte delle Asl alla individuazione delle risorse da investire con la previsione che, il raggiungimento o meno di questo obiettivo, incida poi sulla valutazione annuale della produttività dei dirigenti interessati all’esecuzione dei piani”.

Pellegrino chiarisce anche gli aspetti della gestione dei canili sanitari e dei rifugi: “La legge quadro nazionale non limita la partecipazione alle gare per la gestione dei canili ad una particolare categoria di soggetti, mentre la legge 12 (art. 9 comma 4) riserva tale partecipazione esclusivamente alle associazioni di volontariato iscritte in apposito albo. Tale discriminazione, di per sé illegittima, è stata sanzionata di recente dalla Corte Costituzionale che, sia pure in relazione alle gare di appalto indette da enti pubblici per la gestione di canili pubblici, ha dichiarato incostituzionale ogni limitazione alla partecipazione a tali gare di particolari soggetti, affermandosi che in tale modo ‘risulta violato il regime della libera concorrenza, pilastro del nostro sistema costituzionale’. Per questo le modifiche previste nel mio testo tendono ad armonizzare tale principio costituzionale con la esigenza (sentita da tutti i cittadini pugliesi e sostenuta dalle associazioni protezionistiche e di volontariato) di garantire che l’espletamento di gare non incida, per le modalità scelte, sulla qualità della assistenza prestata ai randagi, sia nella prima fase di recupero che nella successiva residenziale”.


pdfPDL_DEL_CONSIGLIERE_ROMANO.pdf31.78 KB