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H7N7

Aviaria: "Evitare che l'epizoozia si ripeta". Riunione al MinSal

Aviaria: "Evitare che l'epizoozia si ripeta". Riunione al MinSal
Possibili nuove misure di prevenzione. L'Assessore veneto Manzato: gli allevamenti avicoli non sono più quelli del passato. Mostra ottimismo l'Assessore veneto all'agricoltura, Franco Manzato, in forza dell'aver messo in campo "tutti gli strumenti e le forze a disposizione per evitare che l'epizoozia si ripeta". Assieme al collega alla sanità Luca Coletto, dal quale dipendono i Servizi Veterinari regionali, l'Assessore intende "evitare ulteriori pesanti contraccolpi economici al sistema produttivo, tenuto conto che l'Italia è anche paese esportatore di prodotti avicoli e che il Veneto, dove peraltro è cambiata la strutturazione stessa degli allevamenti rispetto ad una quindicina d'anni fa, è regione leader nelle produzioni avicole di carni e uova".

Oggi a Roma - si legge in una nota della Regione- ci sarà, alla presenza del ministro Beatrice Lorenzin, un incontro tecnico dove si farà il punto della situazione e potrebbero essere prospettate ulteriori misure.   Il Friuli Venezia Giulia rimane regione a rischio, vista la sua vocazione nell'allevamento avicolo. Per questo sarà presente anche un funzionario locale.

Negli anni – prosegue Manzato – con consistenti investimenti, si sono impegnati al massimo nell'adottare tutte le necessarie misure di biosicurezza per evitare il contagio e la sua diffusione, le più strette forme di prevenzione e la guardia più alta possibile. Al momento, tutti i campionamenti effettuati negli allevamenti hanno dato esito negativo.

In forma cautelativa, si sta provvedendo all'abbattimento preventivo dei capi presenti in un allevamento del Polesine, dove gli allevamenti sono strettissimo controllo veterinario dal 14 agosto, che fa parte dello stesso circuito produttivo di quello contaminato da virus H7N7 ad alta patogenicità nella vicina Emilia Romagna. L'abbattimento preventivo - autorizzato dal Ministero in considerazione dei contatti con gli allevamenti risultati infetti in Emilia e dei tempi di incubazione della malattia- è una misura prevista dalla normativa vigente scaturita dalle esperienze maturate in occasione di altri casi di infezione da virus influenzali ad alta patogenicità.

"Il livello di attenzione è molto alto – commenta  Lebana Bonfanti dell'Izsve – con controlli particolari, ovviamente, nella regione Emilia Romagna dove sono stati riscontrati i casi di positività, sia in tutto il Paese, con attenzione alle regioni del Nord Italia a vocazione avicola, come appunto il Friuli Venezia Giulia". Vengono, quindi, svolti prelievi a campione. Dove questi sono positivi si procede a creare un cordone sanitario, distruggendo i capi contagiati o a rischio contagio. Un'azione con un impatto anche economico rilevante: basti pensare che la filiera in Emilia Romagna coinvolta dei casi di aviaria registra 10 milioni di galline. "Questo virus, in base agli esami svolti, è lontano geneticamente da quelli presenti in altri Paesi, come la Cina, e che hanno avuto casi di trasmissione anche all'uomo – sottolinea Bonfanti – al momento, quindi, non c'è alcun rischio per i cittadini e nessun prodotto sospetto finisce in commercio".