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TUBERCOLOSI IN STALLA, SEQUESTRO A PALERMO

TUBERCOLOSI IN STALLA, SEQUESTRO A PALERMO
La Procura di Palermo ha sequestrato in via d'urgenza un allevamento a Cinisi (Palermo), dove quindici bovini sono risultati affetti da tubercolosi. Alcuni capi dell'azienda sono stati macellati Allevatore denunciato per commercio di sostanze alimentari nocive. Avviso di garanzia al responsabile Asp. La Procura di Palermo ha sequestrato in via d'urgenza tutto un allevamento di Cinisi (Palermo) di 125 vacche cinisare, razza bovina con marchio registrato e tutelato. I controlli con i veterinari dell'Asp hanno scoperto quindici bovini affetti da tubercolosi.

Per il gestore dell'allevamento è scattata una denuncia per il reato di commercio di sostanze alimentari nocive, che prevede una condanna fino a tre anni. Al responsabile facente funzione del distretto sanitario di Carini dell'Asp è stato notificato un avviso di garanzia, in cui si ipotizza il reato di falso: avrebbe attestato che tutti i bovini erano in perfetta salute.

Secondo quanto risulta al quotidiano Repubblica che ne ha dato notizia, dalle pagine della cronaca siciliana, alcuni bovini sarebbero stati macellati e gli inquirenti stanno cercando di individuare le macellerie in cui potrebbero essere finite le carni.

I pm, che hanno chiesto la convalida del sequestro preventivo al gip, hanno scritto: "È emerso in modo evidente che la gestione dell'allevamento in questione pone di fatto gravi rischi per la salute pubblica, in considerazione della situazione di pericolo connessa alla già avvenuta commercializzazione di carne proveniente dall'allevamento, infetto a oggi da tubercolosi, e della probabile futura ulteriore distribuzione al consumo di carne infetta".

Paolo Ingrassia, segretario regionale del sindacato italiano veterinari medicina pubblica commentando l'indagine: "Il responsabile facente funzione del distretto sanitario di Carini dell'Asp è stato crocifisso mediaticamente senza che sia stato emesso un qualsiasi giudizio anzi, l'intera struttura dipartimentale viene posta sub judice senza che vi sia stata una serena ed accertata valutazione dei fatti". "Basterebbe considerare che la bufera mediatica, sorta sull'evento, nasce dal rinvenimento di lesioni tubercolari in un capo macellato - aggiunge - Tale rinvenimento è stato effettuato, ufficializzato e comunicato alle autorità competenti proprio dal responsabile Asp".

Per il sindacato "il rinvenimento di positività per tbc al macello, di capi precedentemente risultati negativi agli esami in vita, rappresenta un evento frequente e per il quale la norma prevede già protocolli operativi per il controllo immediato negli allevamenti di provenienza. Controlli rigorosamente espletati anche in questo caso".