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ASL E CACCIATORI, MONITORAGGIO SANITARIO DEI CINGHIALI

ASL E CACCIATORI, MONITORAGGIO SANITARIO DEI CINGHIALI
Partono oggi gli incontri dei veterinari dell'Asl di Sassari con le compagnie di cacciatori che il 6 novembre saranno impegnati nella caccia al cinghiale. L'obiettivo degli appuntamenti è sensibilizzare i cacciatori al monitoraggio della tubercolosi e della peste suina classica e africana sui cinghiali cacciati o rinvenuti morti. Il controllo rientra all'interno del "Piano di sorveglianza e monitoraggio sanitario per la tubercolosi nella fauna selvatica in Sardegna".

Partono oggi gli incontri dei veterinari dell'Asl di Sassari con le compagnie di cacciatori che il 6 novembre saranno impegnati nella caccia al cinghiale. L'obiettivo degli appuntamenti è sensibilizzare i cacciatori al monitoraggio della tubercolosi e della peste suina classica e africana sui cinghiali cacciati o rinvenuti morti.

Saranno 12 i veterinari del Servizio di Sanità animale che saranno impegnati a svolgere quest'attività nei 6 macroareali di competenza della Asl di Sassari. I professionisti contatteranno le compagnie di caccia, le formeranno e le informeranno sul monitoraggio, eseguiranno il controllo ispettivo dei cinghiali cacciati e raccoglieranno campioni di siero per la ricerca dei "virus pestosi" e un campione di diaframma per la ricerca della trichina.

Il controllo rientra all'interno del "Piano di sorveglianza e monitoraggio sanitario per la tubercolosi nella fauna selvatica in Sardegna" per le stagioni venatorie 2010-2011 e 2011-2012. Lo scorso anno, grazie anche alla collaborazione dei cacciatori, i capi cacciati sottoposti a visita clinica sono stati 346 e 15 quelli nei quali sono state riscontrate lesioni riferibili a tubercolosi. Questi ultimi animali erano stati cacciati negli areali di Bono-Bonorva e di Benettutti-Orune, zone già interessate dalla presenza della malattia nel selvatico nelle stagioni precedenti.

«Preoccupa inoltre - afferma il direttore del Dipartimento di prevenzione e del Servizio di Sanità animale, Francesco Sgarangella - l'elevata positività riscontrata nei cinghiali nei confronti della leptospirosi, malattia potenzialmente trasmissibile all'uomo attraverso la manipolazione della carcassa. Per questo invitiamo tutti i cacciatori a prestare particolare attenzione nella fase di sezionamento del'animale cacciato e a utilizzare guanti monouso». Proseguono intanto anche l'applicazione delle misure ordinarie previste dal piano di eradicazione dalla peste suina classica e africana. I cacciatori - fanno sapere dal servizio veterinario di Sassari - dovranno prelevare un campione di sangue e diaframma da tutti i cinghiali abbattuti, mentre nell'area ad alto rischio che per il nostro territorio comprende i comuni di Anela, Bultei, Nughedu San Nicolò e Pattada sarà necessario prelevare anche un campione di milza.

I campioni, secondo quanto definito da accordi tra servizio veterinario di Sanità animale e quello di Igiene degli alimenti, sentiti i funzionari dell'Istituto zooprofilattico e del corpo forestale e di vigilanza ambientale, potranno essere recapitati negli uffici del servizio veterinario della Asl, nei mattatoi, oppure negli uffici della forestale, insieme alle apposite schede di segnalamento dei capi cacciati. Nella precedente campagna venatoria, nel territorio di competenza dell'Asl di Sassari, sono stati oltre 600 i campioni di sangue inviati e controllati, 4 quelli con riscontro di anticorpi nei confronti della peste suina africana e di questi tre a Bultei e uno a Benetutti. «Nessuno è risultato positivo virologicamente - aggiunge ancora Francesco Sgarangella - ma è necessario non abbassare il livello di guardia nei confronti di una malattia che attualmente si è ripresentata praticamente in tutte le provincie della Sardegna, destando non poche preoccupazioni».

L'auspicio dei veterinari sassaresi è che anche quest'anno si possa ottenere un campionamento ampio, così da avere informazioni attendibili sulla situazione sanitaria del selvatico e poter escludere la circolazione del virus tra i cinghiali col rischio di trasmissione ai domestici.