I 60 anni dell'ENPAV, Mancuso: la A non è più solo Assistenza

Anche se "non li dimostra", l'ENPAV taglia il traguardo dei 60anni. Da allora, "la realtà è completamente cambiata".

Gianni Mancuso, Presidente dell'Ente Nazionale di Previdenza dei Veterinari, festeggia il traguardo dei 60 anni, osservando una realtà che non è più quella del 1958 sotto tutti i punti di vista: economico, sociale, lavorativo, tecnologico, politico e culturale. "Ed è, naturalmente, cambiata anche la nostra professione: quando Enpav è stato costituito, il lavoro del veterinario veniva svolto quasi esclusivamente da professionisti che operavano da soli.Oggi è sempre più frequente l’equipe di medici veterinari che lavorano in strutture complesse, anche interdisciplinari, tanto nella clinica degli animali d’affezione, quanto in quella zootecnica o ippiatrica"- afferma Mancuso.

Ma Enpav "ha saputo evolvere adattandosi alle mutate esigenze dei suoi iscritti".  Il nostro ente, aggiunge Mancuso - "si è trasformato da un ente unicamente erogatore di trattamenti previdenziali a un ente erogatore di servizi".

Sono due le "tappe storiche" della previdenza veterinaria: la legge istitutiva dell'ENPAV (Legge 91/1958) e la Legge 136 del 1991 "che, stabilendo una quota contributiva e una conseguente rendita pensionistica minima- spiega Mancuso-  ha definito un livello dignitoso del coefficiente di sostituzione, ovvero il rapporto tra l’ultimo reddito lavorativo e il primo assegno pensionistico) oltre il quale i medici veterinari hanno oggi la garanzia di non scendere".

"Possiamo dire con orgoglio di aver costruito un ente che davvero affianca il veterinario durante tutta la sua vita lavorativa, dalla laurea alla pensione, fornendo, oltre alla previdenza, una serie di servizi di welfare attivo. Il nostro intento era potenziare la A di assistenza di Enpav, ma abbiamo saputo andare oltre, costruendo una A col significato di Attivo"- conclude il Presidente Mancuso.