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RECOVERY FUND

PNRR "carente" nel contrasto alle malattie animali

PNRR "carente" nel contrasto alle malattie animali
Il Piano nazionale per il Recovery Fund è in Parlamento. Critiche in Commissione Agricoltura. Evoluzione del concetto One Health.

L'approccio One Health è stato fino ad oggi applicato principalmente alla salute animale, alla sicurezza degli alimenti, alle epidemie zoonotiche e all’antibiotico-resistenza. Ma secondo il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR) all'esame del Parlamento, "potrebbe essere operativamente utile riferirsi al Piano nazionale prevenzione 2020-2025  che promuove l’integrazione delle informazioni derivanti da dati ambientali e sanitari".

SInergia fra operatori SSN e SNPA- Il PNRR riprende esplicitamente l'obiettivo dell'integrazione e della sinergia tra i servizi di prevenzione del SSN e le agenzie del SNPA, un obiettivo previsto dal Piano nazionale della prevenzione che prefigura una rete nazionale integrata ambiente e salute, costituita da operatori del SSN e SNPA,  a supporto delle attività di valutazione degli impatti sanitari. Una visione One Health, "che comprenda medicina umana, veterinaria e protezione dell'ambiente", è ribadita dal PNRR anche per il rafforzamento del SSN e della risposta a possibili scenari pandemici futuri.

Animali, ricerca e allevamenti- Un passaggio del PNRR prevede investimenti per un piano specifico per la ricerca senza animali; quanto al sistema alimentare, il PNRR  rimanda alla  strategia “dal produttore al consumatore” (Farm to fork stategy) e al dossier all'esame della Camera dei Deputati. In Commissione Agricoltura, il Presidente e Relatore On Filippo Galinella (M5S) ha sottolineato "la necessità di sollecitare il Governo a prevedere interventi in materia di sanità animale mirati a contrastare e a prevenire le epizoozie, che penalizzano fortemente il settore agricolo, con riferimento ai quali la proposta di Piano è carente.

Il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza, una volta approvato dal Parlamento, dovrà essere presentato alla Comissione Europea per l'accesso ai fondi del Next Generation EU (Recovery Fund).