“Effetto parco” sull’economia nazionale post Covid-19

Occupazione, economia del territorio e produzione di beni per tutta la collettività: le aree protette sono un potenziale per uscire dalla crisi.


Il 24 maggio di ogni anno si festeggia la "Giornata Europea dei Parchi", durante la quale si svolgono numerose attività come escursioni, incontri, mostre ed altre attività ambientali in tutti i Paesi dell'Unione. Un esempio per il Governo italiano invitato ad istituire la propria "Giornata nazionale dei parchi" da una risoluzione a prima firma dell'On Ilaria Fontana (M5S).

In Italia esistono 24 parchi nazionali, per una superficie complessiva di oltre 1 milione e 600 mila ettari, un quinto del territorio nazionale.  La risoluzione Fontana chiede di "valorizzare la loro importanza, dal punto di vista naturalistico, economico e sociale” e di sostenere i progetti degli enti parco per celebrare il centenario della loro istituzione ufficiale.

Non si tratta solo di conservazione della natura e della biodiversità, benchè tutto ciò possa bastare a motivare l'attenzione del Governo. La risoluzione cita infatti un rapporto  sull'economia reale nei parchi nazionali e nelle aree naturali protette, che individua nell’ «effetto parco» la possibilità di generare valore economico con imprese localizzate in questi territori e con la produzione di beni fruibili dall’intera collettività, anche al di fuori dei parchi stessi.

Le aree protette “possono quindi rappresentare un potenziale per uscire dalla situazione di crisi economica”- si legge nella risoluzione che evidenzia come già oggi i parchi generino un fatturato, diretto e indiretto, superiore ai nove miliardi di euro annui,con  un livello di occupazione pari a 86mila posti di lavoro, che spaziano nei settori del turismo, dell’agricoltura, dell’artigianato e del commercio.