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RISOLUZIONE

Filiera cunicola: proposta banca dati di macellazione

Filiera cunicola: proposta banca dati di macellazione
L'Italia è leader europeo nella pruduzione di carni di coniglio. Il settore è preda di contraffazioni e dei rischi sanitari.

In un momento in cui i cittadini sono sempre più attenti alla qualità delle merci che acquistano, sia da un punto di vista merceologico e nutrizionale sia per ciò che riguarda la salute, esiste il rischio che le carni di coniglio in arrivo dai Paesi extraeuropei, arricchite con antibiotici, possano finire sugli scaffali dei supermercati europei come carni italiane. Si pongono così evidenti problemi di sicurezza per i consumatori e di competitività tra produttori; i conigli importati spacciati per italiani penalizzano inoltre l'attività degli allevatori italiani che, rispettando invece le regole di mercato, vengono sopraffatti dalla vendita a prezzi fortemente competitivi di prodotti stranieri.

La questione è al centro di una risoluzione- discussa dalla Commissione Agricoltura della Camera- secondo la quale l'Italia dovrebbe intensificare i controlli presso i macellatori. La risoluzione lamenta trascuratezze politiche nei confronti del settore. L'Italia, dopo la Cina, rappresenta la seconda realtà mondiale nella coniglicoltura ed è leader europeo con il 54 per cento della produzione comunitaria, seguita dalla Francia e dalla Spagna. Il settore, oltre ad assumere una posizione di primo piano in ambito comunitario, è il quarto della zootecnia nazionale, dopo quello dei suini, dei bovini e dei polli; "tuttavia, è completamente trascurato".
Ad oggi, si legge nel testo, l'unica misura del Piano di interventi per il settore cunicolo che è stata adottata è l'istituzione della Commissione unica nazionale (CUN), avviata dopo una lunga gestazione, con lo scopo di formulare le tendenze di mercato e dei prezzi della categoria di prodotto «conigli vivi da allevamento nazionale» in maniera trasparente e neutrale.


Ma per tutelare il comparto serve molto di più. La risoluzione impegna quindi il Governo a portare a termine gli impegni già assunti:  a dare piena attuazione al piano di interventi per il settore cunicolo, previsto dall'Accordo Stato Regioni del 29 aprile 2010 in sede di Conferenza Stato-Regioni, e agli indirizzi già formulati in due precenti risoluzioni parlamentari  rispettando gli impegni già assunti con la filiera.

Ora la Commissione Agricoltura della Camera chiede un programma di controlli per il monitoraggio del settore prevedendo un rafforzamento e coordinamento dei controlli sulle importazioni ed esportazioni di carni di coniglio. Chiede anche "iniziative per garantire la trasparenza delle informazioni attraverso la costituzione di una banca dati di macellazione che utilizzi le informazioni a disposizione del Ministero della salute attraverso la rete delle ASL e i dati import-export attraverso il collegamento in rete con le Amministrazioni competenti alla tenuta di tali informazioni".

Va inoltre superato l'attuale sistema di classificazione che ha un medesimo codice di nomenclatura sia per le lepri sia per i conigli, per consentire una precisa individuazione della carne di coniglio e quindi una corretta rilevazione statistica e un sistema di controlli più efficace; va  anche introdotto l'obbligo di etichettatura di origine anche per le carni di coniglio e per i prodotti trasformati a base di coniglio

Oltre a  rafforzare le attività di prevenzione e repressione delle frodi commerciali e di controllo sulle transazioni, occorre agevolare l'accesso al credito in favore degli allevatori in stato di crisi, e ormai non più in bonis, in modo da permettere loro di diluire le passività e di ristrutturare il debito.

La risoluzione conclude sollecitando l'apertura di una indagine conoscitiva da parte dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, in relazione al mercato delle carni di coniglio.