"Nell'immaginario collettivo i professionisti sono spesso erroneamente considerati dei lavoratori ad altissimo reddito ed evasori fiscali recidivi". In realtà, il 44,6 per cento dei professionisti recepisce un reddito inferiore ai 15 mila euro. L'On Gianni Mancuso è primo firmatario di una interrogazione parlamentare per chiedere al Ministro Fornero di ricredersi sul metodo contributivo. Dopo avere strappato tre mesi in più di tempo per scongiurare il contributivo forzato, le Casse hanno ottenuto l'impegno del Governo a considerare i fattori degli equilibri a 50 anni e ora stanno dando vita ad ulteriori iniziative di pressing sul Ministro del Lavoro Elsa Fornero. Il 12 gennaio scorso, l'On Gianni Mancuso, Presidente ENPAV, ha presentato una interrogazione parlamentare (5-05912), insieme agli On Barani e De Luca, per chiedere un ripensamento sul famigerato comma 24.
Al ministro Fornero si chiede espressamente di "riconsiderare le sue richieste alle casse di previdenza privatizzate, in considerazione dell'impatto che esse avrebbero sul reddito dei professionisti, in particolare di quelli più giovani". Gli interroganti fanno notare che "il 44,6 per cento dei professionisti recepisce un reddito inferiore ai 15 mila euro" e che il dato "si aggrava considerando solo la platea dei giovani professionisti".
Le richieste del Ministro alle casse di previdenza dei professionisti "porteranno inevitabilmente alla richiesta di contributi più alti e, quindi, a un peggioramento della situazione reddituale dei professionisti". Senza trascurare che "i professionisti, avendo come riferimento previdenziale, la propria cassa privatizzata di categoria e non lo statale INPS, non godono di alcun ammortizzatore sociale, pur pagandone il costo allo Stato attraverso le tasse".
I professionisti, - "lavoratori ad altissimo reddito ed evasori fiscali recidivi" per l'immaginario collettivo - oltre a versare i contributi richiesti dal proprio ente previdenziale privato, "in quanto cittadini, pagano, con le tasse, anche il buco degli enti previdenziali pubblici che, ad oggi, non possono certo vantare stabilità o saldi previdenziali positivi". Cos'ha da dire in proposito il Ministro del Lavoro? Dovrà spiegarlo alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.