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Benessere animale

Ovaiole, adeguamento gabbie andrà in sede europea

Ovaiole, adeguamento gabbie andrà in sede europea
"Le questioni inerenti l'utilizzo di uova prodotte in allevamenti che, in data successiva al 1 gennaio 2012, non abbiano adeguato o sostituito le gabbie tradizionali, saranno affrontate nelle opportune sedi dell'Unione europea". Il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania ha risposto all'interrogazione dell'On Mancuso sull'adeguamento alla direttiva 199/74/CE.

Il Ministro delle Politiche Agricole ha risposto ieri ad una interrogazione presentata dall'On Gianni Mancuso sull'adeguamento alla direttiva 1999/74/CE riguardante agli impianti di allevamento delle galline ovaiole.

L'interrogante faceva presente che "gran parte del mondo degli allevatori, nonostante tredici anni di tempo per adeguarsi, non ha rispettato quanto previsto dalla norma ed oggi afferma che preferiranno pagare le sanzioni irrisorie previste dal decreto legislativo n. 267 del 2003, piuttosto che adeguare i propri impianti".

La domanda quindi per il Ministro era di conoscere quali iniziative intenda intraprendere per raggiungere alcuni obiettivi: a) ottenere dai produttori gli adeguamenti degli impianti alle previsioni normative, eliminando quindi le gabbie di batteria convenzionali entro il 1° gennaio 2012; b) assicurare che tutte le uova prodotte negli allevamenti illegali dal 1° gennaio 2012, cioè in gabbie convenzionali, non saranno immesse sul mercato italiano ed estero; c) evitare che negli allevamenti registrati con entrambi i sistemi di gabbie presenti, convenzionali e arricchite, le uova derivanti da sistemi illegali non siano immesse sul mercato mescolando queste uova con quelle derivanti dai sistemi di gabbie arricchite o da sistemi alternativi.

Il Ministro Mario Catania ha risposto di avere già provveduto a quanto di competenza mediante il decreto ministeriale n. 15442 del 3 agosto 2011 «Disposizioni per la presentazione delle istanze di adesione al programma di adeguamento degli impianti di allevamento delle galline ovaiole alle norme per il benessere animale».

Al riguardo, il Ministro ha ricordato che "la procedura di acquisizione on line delle istanze presentate dalle aziende interessate, attiva dal 30 settembre 2011, è scaduta il 31 ottobre 2011. Pertanto, le domande presentate dal 1 novembre 2011 saranno acquisite con riserva, in vista della proroga della data di scadenza per la presentazione delle domande al 31 dicembre 2011".

"Tale provvedimento - ha proseguito Catania- consentirà di monitorare e gestire la fase di adeguamento alle disposizioni comunitarie, attivando eventuali strumenti finanziari che si rendessero disponibili per aiutare le aziende in conversione".

Infine, le questioni inerenti l'utilizzo di uova prodotte in allevamenti che, in data successiva al 1 gennaio 2012, non abbiano adeguato o sostituito le gabbie tradizionali, "saranno affrontate - ha concluso il Ministro - nelle opportune sedi dell'Unione europea. In ogni caso, il competente dicastero sta provvedendo ad adeguare il regime sanzionatorio nei confronti delle aziende che alla predetta data non saranno in regola con le nuove disposizioni".

La Commissione europea in vista dell'applicazione della direttiva CE 1999/74, recepita in Italia con il decreto legislativo n. 267 del 2003, ha richiesto a tutti gli Stati membri di fornire dati ufficiali relativamente alle consistenze di galline destinate alla produzione di uova e allevate in gabbie di batteria convenzionali alla data del 1 aprile e la stima del numero di galline ovaiole che alla data del 1 gennaio 2012 saranno detenute in gabbie di batteria convenzionali, che da quella data saranno illegali secondo il disposto della direttiva CE 1999/74, come sarà illegale la vendita delle uova prodotte in tali allevamenti.
Mancuso aveva fatto presente che, secondo i dati forniti dal Mipaaf, relativi alla consistenza degli animali detenuti in gabbie di batteria convenzionali al 1 aprile 2011, il nostro Paese non potrà rispettare il divieto di allevamento delle galline in gabbie di batteria convenzionali dal 1 gennaio 2011. Inoltre il nostro Paese non ha fornito alla Commissione europea nessun dato sulla stima di non conformità dei sistemi di allevamento alla data del 1 gennaio 2012 come espressamente richiesto da Bruxelles.