• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31295

FUORI LE SPESE VETERINARIE DAL REDDITOMETRO

FUORI LE SPESE VETERINARIE DAL REDDITOMETRO
Iniziative in Parlamento per chiedere "con la massima urgenza" ogni iniziativa volta ad escludere le spese veterinarie dal redditometro. A presentare una interrogazione parlamentare è stato l'On Francesco Marinello (Pdl): contestabile che la capacità senziente degli animali sia interpretata come capacità tributaria.

 

Il nuovo redditometro, in fase di sperimentazione, fa rientrare le spese veterinarie fra le «altre spese significative» che insieme ai gioielli sarebbero indicative ai fini della stima del reddito, un'assurdità denunciata dall'ANMVI dalle pagine del Corriere della Sera, con tanto di contro-replica di Attilio Befera.
Ma le reazioni di politici e opinione pubblica, che ne sono seguite, sono decisamente a favore della posizione dei veterinari.

In Parlamento, l'On Giuseppe Francesco Maria Marinello (Pdl) ha presentato una interrogazione parlamentare al Ministro dell'Economia per chiedere di "adottare con la massima urgenza ogni iniziativa di competenza volta ad escludere le spese veterinarie da quelle che, secondo il cosiddetto redditometro, sono indicative della capacità di spesa".

L'interrogante osserva che "si è correttamente contestato che la capacità senziente degli animali sia stata interpretata dallo Stato italiano come capacità tributaria; inoltre deve considerarsi del tutto improprio equiparare gli animali di affezione, che sono per i loro possessori membri di famiglia, ai beni di lusso; per moltissimi anziani un cane o un gatto costituiscono l'unico sollievo alla solitudine e la medicina presta sempre più attenzione al valore terapeutico della compagnia di un animale (pet therapy); infine deve ritenersi corretta anche l'obiezione che la norma avrà come effetto collaterale l'aumento degli abbandoni e del randagismo e la disincentivazione delle adozioni presso i canili".

Richiamando le ragioni più volte espresse dai medici veterinari italiani, l'On Marinello ricorda che sugli animali da compagnia "già grava il più pesante regime fiscale europeo: l'aliquota iva più alta per le spese veterinarie (dal 20 al 21 per cento; l'aliquota iva più alta sugli alimenti (dal 20 al 21 per cento); la recente riduzione delle detrazioni fiscali delle cure veterinarie; le imposte sugli obblighi amministrativi (anagrafe e passaporto); le imposte sulle vaccinazioni essenziali e obbligatorie; le imposte sulla prevenzione delle malattie trasmissibili all'uomo (esempio leishmaniosi); le imposte sulla sterilizzazione per contrastare il randagismo".

Le spese per la cura degli animali di affezione entrano a far parte dei parametri di misurazione della ricchezza del contribuente ai fini della congruità tra quanto dichiarato e quanto accertato dagli uffici fiscali.

Il nuovo redditometro è in fase sperimentale. L'Agenzia delle Entrate ha invitato le associazioni di categoria a partecipare alla sperimentazione e ad inviare osservazioni, cosa che ANMVI è decisa a fare, tramite il rappresentante di Categoria nella Commissione Esperti Studi di Settore. La sperimentazione del redditometro si svolge infatti con la collaborazione della SOSE.