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INTERVISTA ABOUTPHARMA

Ricetta veterinaria elettronica: da quattro a zero copie

Ricetta veterinaria elettronica: da quattro a zero copie
Intervistati da Aboupharma, Mario Facchi e Mino Tolasi hanno fatto il punto sulla prescrizione digitale e sull'antibiotico-resistenza.

Di una nuova tracciabilità digitale per i Medicinali Veterinari si è occupata questo mese la rivista Aboutpharma. Marcello Longo si è rivolto all'ANMVI per fare il punto della situazione normativa, dopo il Ddl Gentiloni che ha gettato le basi giuridiche della ricetta elettronica veterinaria, e per intervistare due protagonisti della sperimentazione della ricetta veterinaria elettronica: Giacomo Tolasi e Mario Facchi, vicepresidente e consigliere SIVAR- hanno spiegato i vantaggi della dematerializzazione e le sue ricadute sull'uso prudente degli antibiotici.

“Siamo passati da quattro copie cartacee a zero”, spiega ad Aboutpharma Mario Facchi, consigliere della Società italiana veterinari per animali da reddito (Sivar), che è federata con l' Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari italiani). Quando il medico veterinario si reca in visita dagli allevatori deve fare i conti con un elevato carico di burocrazia: “Una copia della ricetta va al detentore degli animali, un altra al farmacista, una terza all' azienda sanitaria locale e una quarta resta al veterinario. Con il software per la ricerca elettronica, che è stato messo a punto nel corso della sperimentazione, tutto diventa digitale: noi prescriviamo, l' allevatore accede al sistema, scarica la ricetta e la invia al grossista di ducia. Nello stesso istante la prescrizione è sul server del ministero e la tracciabilità è immediata”, spiega Facchi.

Ma la burocrazia, e quindi l'aiuto atteso dalla digitalizzazione, non finisce con la prescrizione. Le aziende zootecniche devono tenere dei registri che il veterinario è tenuto a compilare: “Nella parte sinistra – prosegue Facchi – vengono ‘caricati  i farmaci, nella parte destra bisogna annotare tutte le informazioni relative ai trattamenti: la matricola identicativa dell animale, la diagnosi,
l' inizio e la ne della terapia, il tempo di attesa che deve trascorrere prima che il latte possa essere utilizzato o l' animale possa essere inviato alla macellazione. Si tratta di un lavoro complesso, in cui si spesso si duplicano informazioni già indicate nella prescrizione. Ma sono le regole…”.

La suggestione dell'addio alla carta, che è forse la più tangibile dal punto di vista pratico – è in realtà solo uno dei punti di forza in un ampio ventaglio di vantaggi. “Si pensi – prosegue Facchi – alla mole di dati utili che si può avere a disposizione con un clic: quali e quanti principi attivi sono stati utilizzati di più e per quali patologie. Informazioni che per un veterinario sono estremamente utili”. E soprattutto fruibili in tempo reale: “Oggi per analizzare questo tipo di dati dovremmo sfogliare i registri cartacei, ma in certi allevamenti ne abbiamo già riempiti 30 o 40. È impensabile”.

Prescrizioni e antibioticoresistenze- “Anche se le cause dell antibiotico-resistenza sono da ricercare soprattutto nell' uso dei farmaci in umana e negli ospedali – sottolinea Giacomo Tolasi, vicepresidente della Sivar – i veterinari non possono disinteressarsi del fenomeno. Gli animali da reddito vengono sempre chiamati in causa. Spesso si ritiene che il problema risieda nel mangiare prodotti che derivano da animali trattati con antibiotici. In realtà, il nodo cruciale è l'utilizzo inappropriato dei farmaci che favorisce lo sviluppi di batteri resistenti. E il problema vale anche e soprattutto per l' uso di questi farmaci negli animali da compagnia. In ogni caso dobbiamo dare il nostro contributo. Di sicuro bisogna limitare l'uso degli antimicrobici, ma servono strumenti adeguati per misurare come e quanto queste molecole vengono impiegate. Sfogliare le ricette una per una è impossibile, ma la prescrizione elettronica permette di misurare con esattezza i farmaci utilizzati in ogni azienda”.

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