La relazione 'Non-human use of antibiotics’ presentata da un gruppo trasversale dei parlamentari del Regno Unito è contestata dalla BVA. A presentarla è stato il gruppo interparlamentare (All Party Parliamentary Group -APPG) sugli antibiotici. Il presidente della BVA Sean Wensleysostiene che l'Associazione Veterinaria britannica ha riconosciuto da tempo la grave minaccia che la resistenza antimicrobica (AMR) rappresenta per la salute umana e animale, ma "mentre accogliamo con favore la relazione come parte dell'approccio ad una sola salute- ha detto- siamo preoccupati perchè non è basata su evidenze".
La strategia quinquennale contro le resistenze antimicrobiche già adottata nel Regno Unito dal Dipartimento della Salute (Defra) afferma chiaramente che l'AMR in medicina umana è principalmente il risultato dell'uso di antibiotici nelle persone, piuttosto che negli animali. Eppure la relazione conclude con la raccomandazione a ritirare specifiche classi di antibiotici dall' uso veterinario e riservarle solo all' uso umano.
La BVA parla di "approccio sproporzionato', senza alcuna valutazione scientifica del rischio, che potrebbe avere un effetto negativo sul benessere degli animali e sul mantenimento della produzione di alimenti di alta qualità, senza contribuire a ridurre la resistenza negli esseri umani. La Guida all' uso responsabile realizzata dalla BVA per la professione veterinaria evidenzia che alcuni antibiotici di importanza cruciale non vanno usati a scopo profilattico o come primo trattamento.
Per l'Associazione britannica è importante che la scienza veterinaria e sue competenze siano incorporate in una azione interprofessionale anzichè esserne escluse. "Noi crediamo che l'uso responsabile, insieme a una maggiore biosicurezza, all'ulteriore sviluppo di strumenti diagnostici e di ricerca e ad una sorveglianza più coordinata potranno avere un impatto di molto superiore sul controllo della resistenza antimicrobica negli esseri umani e negli animali".