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DELISTING

Farmaci liberalizzati, scontenti parafarmacie e gdo

Farmaci liberalizzati, scontenti parafarmacie e gdo
Secondo le parafarmacie, il 'delisting' non aumenta le disponibilità. Bocciatura senza appello dalla Coop. I consumatori: i prezzi non scenderanno.
Solo i farmacisti sono soddisfatti del decreto con il quale il Ministero della Salute ha stabilito i farmaci che potranno essere venduti (e quelli non vendibili) nelle parafarmacie e nei corner della grande distribuzione.
Se per la FOFI sono state scongiurate "fughe in avanti", per le parafarmacie e la per la Coop si è buttato via il principio delle liberalizzazioni. Andrea Mandelli, Presidente dell'Ordine dei Farmacisti, dà "atto al Ministero della Salute e all'Aifa di aver operato la scelta dei farmaci che perderanno l'obbligo della prescrizione medica con molto equilibrio".

Ma per il Presidente del Forum nazionale delle parafarmacie, Giuseppe Scioscia, la selezione dei farmaci appena resa pubblica è un 'delisting' che " porta in parafarmacia una manciata di prodotti in larga parte già nelle nostre disponibilità. Eppure – aggiugne- noi operiamo, per legge, nel pieno rispetto degli identici standard che valgono per le farmacie. Perché perpetuare una tale discriminazione? Non ci resta che constatare con amarezza l'ennesima presa in giro. Purtroppo neanche il governo dei tecnici è stato in grado di vincere i medievali privilegi dei titolari di farmacia privata italiana".

Bocciatura senza appello dalla Coop, prima catena della grande distribuzione in Italia che ha nella sua rete 105 corner salute: "Un decreto anti-liberalizzazione che mantiene lo status quo ad appannaggio delle farmacie ed è persino peggiorativo rispetto alla situazione precedente". Coop contesta anche i numero comunicati dal Ministero. "Non 230, ma al netto solo 136 farmaci vendibili. A conti fatti appena il 6% delle vendite della fascia C esce fuori dal circuito esclusivo delle farmacie. Al danno si aggiunge anche la beffa contenuta nel regolamento attuativo anch'esso appena emanato che ridefinisce i requisiti strutturali dei corner alla stessa stregua di una farmacia con inevitabile aumento dei costi di investimento e gestionali". "Ovvero, sintetizzando - aggiunge la Coop - siamo uguali alla farmacia per la struttura dell'esercizio, lavorano da noi farmacisti laureati e abilitati alla professione (solo in Coop sono circa 300), ma non possiamo fornire lo stesso servizio e siamo confinati a somministrare medicinali da banco, farmaci veterinari e ora una esigua gamma di farmaci di fascia C. Il tutto oltre a essere paradossale va esattamente in direzione contraria a quanto significa liberalizzare, ovvero aprire mercati chiusi. Prendiamo atto che questo Governo non è stato messo in grado di agire al meglio sul versante liberalizzazioni. Da parte nostra continueremo a impegnarci perché quanto è stato realizzato finora possa avere ulteriori sviluppi, così come ci chiedono i nostri oltre 7 milioni e mezzo di soci consumatori".

Poco soddisfatti anche i consumatori: "Nessuna boccata d'ossigeno e nessuna diminuzione di prezzo dei farmaci per non aver messo in campo i veri canali alternativi che sarebbero stati la distribuzione moderna e le parafarmacie. Si è gettata alle ortiche una liberalizzazione che solo nel settore dei farmaci di fascia C avrebbe potuto generare una riduzione dei prezzi per un valore di 250 milioni complessivi a beneficio dei consumatori".