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AISA, L’INDUSTRIA CHIEDE AIC SEMPLICI E RAPIDE

AISA, L’INDUSTRIA CHIEDE AIC SEMPLICI E RAPIDE
L'industria farmaceutica italiana da tempo chiede "una semplificazione della parte clinica e un'abbreviazione dei tempi necessari all'ottenimento dell'Autorizzazione all'Immissione in Commercio (AIC)". Lo spiega AISA nell'ultima newsletter. Il caso della cunicoltura.

L'industria farmaceutica italiana da tempo chiede, tra le altre istanze, una semplificazione della parte clinica e un'abbreviazione dei tempi necessari all'ottenimento dell'Autorizzazione all'Immissione in Commercio (AIC), da noi molto più lunghi che in altri paesi)".

Lo spiega AISA nell'ultima newsletter, legandosi al caso della cunicoltura.

Secondo AISA " è auspicabile un maggiore dibattito in Italia e in Europa su questo problema non nuovo ma che, considerate le difficoltà che gli allevamenti e i veterinari di filiera si trovano ad affrontare quotidianamente, richiede una risposta a breve termine, una revisione della normativa mirata non tanto a provvedimenti restrittivi quanto piuttosto a soluzioni concrete volte all'eradicazione delle patologie, ottenibile anche e soprattutto con farmaci specifici".

Il coniglio è considerato una specie minore - si legge- e le dimensioni relativamente ridotte del settore implicano tutt'oggi una grande difficoltà a registrare medicinali veterinari specifici: nella normativa di riferimento in merito al processo di autorizzazione, distribuzione ed impiego del farmaco negli allevamenti cunicoli vale la regola generale. Non esistono deroghe o semplificazioni per il settore nonostante le grandi difficoltà di applicare le norme e problemi pratici che ne conseguono.

Per molte patologie al momento non esiste una cura, trattamenti a scopo profilattico. Al momento i vaccini specifici per il coniglio sono essenzialmente due: contro l'enterite emorragica e la mixomatosi. Vengono somministrati quasi esclusivamente alle fattrici, tramite iniezione. L'industria farmaceutica veterinaria è costantemente impegnata nell'adeguamento di questi vaccini ai mutamenti dei ceppi virali, oltre che nel reperire principi attivi sempre più mirati per antibatterici ed antibiotici utilizzati in coniglicoltura, quando necessario, per combattere patologie attualmente non "coperte" da alcun vaccino.

La semplificazione delle procedure autorizzative potrebbe imprimere una svolta per le cosiddette "specie minori".