L'ultimo rapporto ESVAC mostra che il volume delle vendite di antibimicrobici da utilizzare negli animali da produzione alimentare in Europa è diminuito di oltre il 43% tra il 2011 e il 2020. Il nuovo rapporto pubblicato oggi osserva l'andamento delle vendite di antimicrobici veterinari in 31 paesi europei in un arco di tempo compreso fra il 2019 e il 2020.
Di particolare importanza il dato europeo sulle vendite di antimicrobici considerati di fondamentale importanza (CIA) nella medicina umana: queste vendite sono diminuite tra il 2011 e il 2020 in percentuali molto significative:
-33% per cefalosporine di terza e quarta generazione;
-77% per le polimixine;
-13% per fluorochinoloni;
-85% per altri chinoloni.
La situazione in Europa rimane tuttavia molto diversificata. Considerando il parametro percentuale del 5%, il rapporto evidenzia che sul totale dei 25 Paesi che hanno fornito dati, 19 hanno osservato un calo del volume delle vendite di medicinali antimicrobici veterinari superiore al 5%, mentre 4 paesi hanno registrato un aumento superiore al 5%.
Due infine i Paesi che registrano variazioni (in aumento o in diminuzione) al di sotto del5%) delle vendite complessive. Ancora una volta, la lettura di ESVAC è prudente per la scarsa omogeneità dei criteri di raccolta dei dati, ma il sostanziale calo di alcuni paesi conferma che ridurre è possibile.
Rilevante la performance complessiva dell'Italia. Nel 2020 c'è stata una riduzione del 51% delle vendite annuali di antimicrobici (181,8 mg/PCU) rispetto al 2011 (371 mg/PCU). Il dato è riferito agli impieghi nel settore degli animali produttori di alimenti.
![pdf](/media/jce/icons/pdf.png)
Country reports on sales trends (2010-2020)